CITTA’ DEL VATICANO – L’abolizione del diritto di veto, sancita nel 1904 dal Papa neoeletto Pio X, era un tentativo di prevenire l’influenza delle potenze cattoliche nelle elezioni papali. In quel periodo ancora recente, il veto di Francesco Giuseppe d’Austria contro il cardinale Mariano Rampolla del Tindaro illustrava come i sovrani potessero interferire nei Conclavi. Pio X fu esplicito: non c’era spazio per ingerenze esterne, decretando scomunica automatica contro chi si fosse macchiato di tale intervento.
Oggi, tuttavia, nuove modalità di influenza si sono manifestate. In un’era digitale in cui le fake news proliferano, le maldicenze diventano altrettanto dannose. L’episodio che coinvolse Jorge Mario Bergoglio nel 2013, quando si diffuse falsamente la voce che avesse un solo polmone, è emblematico di come le calunnie possano influenzare la percezione pubblica.
Nicolas Senèze, nel suo libro “Come l’America vuole cambiare Papa”, ha documentato strategie mirate a dirigere un nuovo Conclave sotto l’influenza di movimenti conservatori, particolarmente intensi negli Stati Uniti. Questi gruppi, attraverso campagne e rapporti dettagliati, ambiscono a screditare candidati mediante accuse di abusi o corruzione, e modificano persino i profili Wikipedia dei cardinali per favorire la propria causa.
Il rischio oggi non è soltanto teorico; potrebbe anche derivare da minacce più moderne e anonime, come gli attacchi hacker. Nonostante l’isolamento previsto per i cardinali durante il Conclave, le informazioni false possono circolare liberamente nei giorni precedenti, influenzando l’opinione pubblica e forse anche le decisioni dei cardinali stessi.
L’era di Papa Francesco è stata segnata da una forte opposizione tradizionalista articolata in rete, con epicentri negli ambienti più rigorosi della Chiesa americana. La connessione di queste manovre alle potenti reti mediatiche dimostra quanto il dialogo attorno all’elezione papale sia diventato un campo di battaglia globale.
Mentre la Chiesa risponde potenziando la sua presenza online, la minaccia di infrastrutture digitali malevole resta concreta. Alcuni esperti, come Alberto Melloni, suggeriscono riforme per garantire un ambiente sicuro e incontaminato per le discussioni preliminari dei cardinali, ma il tempo per implementarle può essere breve.
In un contesto dove l’informazione viaggia istantaneamente e le menzogne possono diffondersi come verità velocemente, l’integrità del Conclave e la credibilità dei suoi candidati rimangono continuamente sotto esame.