L’intervista a Dmitrij Suslov, influente consigliere di politica estera del Cremlino, offre uno sguardo incisivo sulle dinamiche delle relazioni tra Russia, Stati Uniti e Ucraina. Suslov, direttore del Centro di studi europei e internazionali alla Scuola superiore di Economia, espone chiaramente la posizione della Russia sulla questione ucraina, rigettando categoricamente l’idea di schierare forze internazionali sul territorio di Kiev, siano esse della Nato, dell’Onu, della Cina o della Turchia, per garantire una tregua tra le due nazioni.
La prospettiva di Mosca sulla nuova amministrazione statunitense è di continuità nelle tensioni. Suslov prevede che l’America continuerà a percepire la Russia come un avversario e che le relazioni rimarrebbero conflittuali, con l’arrivo di ulteriori sanzioni e pressioni. Tuttavia, due differenze emergono rispetto all’era Biden: Trump appare deciso a porre fine al conflitto in Ucraina rapidamente, senza insistere sulla sconfitta militare di Mosca, e mostra interesse per il ripristino di relazioni diplomatiche dirette e regolari tra i due paesi.
Le divergenze tra le visioni della Russia e degli Stati Uniti sul futuro dell’Ucraina sembrano insanabili. Mosca ritiene inaccettabile non solo l’adesione di Kiev alla Nato, ma anche qualsiasi forma di collaborazione concreta con l’Occidente. L’idea è che l’Ucraina debba rimanere neutralmente debole, senza alleanze o presenze militari esterne sul suo territorio. Per Suslov, le garanzie di sicurezza per l’Ucraina dovrebbero provenire da accordi scritti con alcune potenze straniere, escludendo però qualsiasi schieramento di forze di interposizione.
Un ulteriore punto di attrito riguarda il ritiro dell’Ucraina dalla regione di Kursk, condizione imprescindibile per negoziati efficaci. La Russia non sembra disposta a fare compromessi sui territori attualmente sotto il suo controllo, sostenendo che la linea di contatto esistente debba diventare la nuova frontiera di fatto.
Sul fronte economico, la Russia sta affrontando sfide significative, con l’inflazione e un settore militare pesantemente finanziato. Suslov riconosce le difficoltà economiche ma assicura che Mosca è in grado di sostenere ancora a lungo lo sforzo bellico, nonostante le pressioni esterne. Alla luce di tale analisi, la prospettiva di negoziati su basi diverse appare complicata, lasciando l’Ucraina in una posizione critica per il futuro della sua sovranità e integrazione internazionale.