La Capitale siriana ha recentemente ospitato un evento significativo che sintetizza il passaggio da un vecchio regime a un nuovo governo. Un’immagine simbolica catturata nell’atrio del palazzo governativo a Damasco mostra tale transizione: a sinistra, il precedente primo ministro nominato da Bashar Assad, al centro il leader ribelle al Jolani, e a destra Mohammed Al Bashir, il nuovo premier ad interim. I tre uomini incarnano diverse visioni della Siria: un rappresentante di un regime laico, un devoto adottante dell’umiltà richiesta dall’Islam, e Al Bashir, simbolo di una Siria moderatamente islamica che tenta un compromesso con le convenzioni occidentali.

Il giorno successivo, nello stesso elegante atrio ricco di elementi architettonici ispirati al periodo califfale, Al Bashir ha concesso un’intervista esclusiva a un giornale occidentale. Con 42 anni all’attivo, Al Bashir si pone come l’alfiere di una nuova amministrazione, con radici nel clan di Idlib. Nonostante le difficoltà iniziali, come sindaco è riuscito a mantenere un’efficace gestione dei servizi pubblici in una provincia colma di milizie jihadiste, spie e figure ambigue.

Secondo Al Bashir, il governo uscente ha lasciato un’eredità disastrosa, soprattutto sul fronte economico, con casse vuote e una moneta svalutata. Eppure, c’è determinazione a migliorare le condizioni del Paese, nonostante il debito schiacciante e la necessità di riforme estese e onerose. Al Bashir prevede di restare in carica fino a marzo 2025, e spera di replicare su scala nazionale il successo amministrativo raggiunto a Idlib.

Tra i suoi obiettivi principali vi sono il ripristino della sicurezza e della stabilità, elementi essenziali per il ritorno alla normalità della vita quotidiana dei cittadini siriani. Un altro proposito è il rimpatrio dei profughi, sfruttando il loro capitale umano per il rilancio del Paese: la Siria aspira ad un futuro che restituisca orgoglio e dignità a coloro che sono stati costretti ad abbandonarla.

Al Bashir si impegna inoltre a migliorare i servizi essenziali, come elettricità, pane e acqua, sfidando le ombre di un regime che ha lasciato le popolazioni nell’oscurità letterale e figurata. Questa nuova fase del Governo di Salvezza Nazionale si distacca dalle affiliazioni precedenti con movimenti jihadisti, cercando di chiarire i malintesi che in Occidente hanno associato l’Islam esclusivamente all’estremismo.

Nel contesto del processo costituente, la nuova Siria islamica discuterebbe, a suo dire, i dettagli istituzionali mantenendo l’attenzione sui diritti di tutte le comunità. Sul fronte internazionale, Al Bashir ricorda come diversi Stati, tra cui l’Iraq e la Cina, abbiano compreso le motivazioni della rivoluzione siriana: sono da cercare non in un’opposizione generale, ma nel desiderio di liberarsi di Assad. Senza confermare dettagli sulla posizione verso Paesi come Israele, Iran e Russia, Al Bashir conclude con un’esortazione a una svolta di pace e distensione.

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