Il governo israeliano ha recentemente approvato un piano per incentivare l’espansione degli insediamenti situati nelle alture del Golan, territorio occupato da Israele. Questo progetto si inserisce in un contesto di cambiamenti significativi lungo il confine con la Siria, causati dalla caduta del regime di Assad e dall’ascesa di un’alleanza ribelle guidata da islamisti. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che la situazione attuale sul terreno richiede un aumento della presenza israeliana nelle alture, dove attualmente risiede una popolazione approssimativa di 20.000 persone distribuite in più di 30 insediamenti. Questi insediamenti, giudicati illegali dal diritto internazionale, continuano ad essere una fonte di contesa e disaccordo tra Israele e la comunità internazionale.

A seguito della partenza delle forze siriane dalla zona buffer che separa le alture del Golan dalla Siria, l’esercito israeliano ha assunto il controllo di questa area strategica, giustificando l’azione con il collasso degli accordi di cessate il fuoco dovuto ai mutamenti nel controllo di Damasco. Nonostante questo, Netanyahu ha voluto sottolineare che Israele non ha alcun interesse ad entrare in conflitto con la Siria, ribadendo che le decisioni politiche riguardanti la nazione confinante verranno prese in base alla situazione effettiva sul campo.

Contestualmente, Ahmed al-Sharaa, nuovo leader de-facto della Siria e esponente di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), ha aspramente criticato gli attacchi israeliani contro obiettivi militari sul suolo siriano, sottolineando che tali azioni potrebbero aumentare le tensioni nella regione, sebbene il suo governo transitorio non stia cercando nuovi conflitti. Gli attacchi israeliani avrebbero colpito più di 450 volte dal mese di dicembre, con operazioni particolarmente intense negli ultimi giorni.

Sul fronte internazionale, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha confermato che Washington ha avviato contatti diretti con HTS, nonostante questa sia ancora classificata come organizzazione terroristica dagli Stati Uniti e da altri governi occidentali. In parallelo, l’inviato delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, ha espresso la speranza di una rapida fine delle sanzioni economiche contro la Siria, come parte degli sforzi per facilitare la ripresa economica del paese.

Intanto, la Turchia si è dichiarata pronta a fornire supporto militare al nuovo governo siriano, il cui orientamento e le cui azioni saranno attentamente valutate, secondo quanto dichiarato dal ministro della Difesa turco, Yasar Guler. La delicata situazione in Siria rimane un punto focale nell’equilibrio geopolitico del Medio Oriente, con Israele che continua a mantenere una postura difensiva lungo i suoi confini settentrionali.

3 pensiero su “Israele espande gli insediamenti nelle Alture del Golan: nuove strategie dopo la caduta di Assad”
  1. Mi sorprende che gli USA siano in contatto con HTS, questo potrebbe complicare ulteriormente la situazione già fragile in Siria. Speriamo non peggiori.

  2. Ma chi credono di essere, lo stato di Israele, per occupare territori altrui? Non esiste più il diritto internazionale?

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