La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha recentemente sollecitato i governi a intervenire per stimolare l’economia della regione, presentando la sua visione per rilanciare la competitività dell’Unione Europea. In una conferenza stampa, von der Leyen ha sottolineato la necessità di adattare il modello economico europeo, che in passato si è appoggiato su lavoro a basso costo, principalmente dalla Cina, energia a buon mercato dalla Russia, e una sicurezza esternalizzata parzialmente. Tuttavia, questo scenario ormai appartiene al passato.
La leader europea ha delineato un piano basato sulla velocità di azione e sulla coesione, volto a migliorare l’innovazione, proseguire nel percorso di decarbonizzazione e garantire approvvigionamenti energetici e scambi commerciali senza intoppi. Tuttavia, von der Leyen ha avvertito che, in assenza di interventi, l’Europa corre il rischio di percorrere una strada di crescita lenta, con conseguenti redditi ridotti per i lavoratori, minori risorse per i meno abbienti e opportunità limitate in generale.
Un aspetto chiave del piano è la semplificazione burocratica che soffoca le imprese, impegnandosi a produrre regole più semplici e a snellire le pratiche amministrative, pur restando fedeli agli obiettivi del Green Deal dell’UE. Von der Leyen ha sollecitato i governi a intensificare gli sforzi in settori come la tassazione, i mercati del lavoro e le politiche industriali, che restano nelle loro mani, attraverso uno Strumento di Coordinamento della Competitività.
Il piano, presentato come una via per il secondo mandato di von der Leyen, pone l’accento sulla necessità di rendere l’Europa più attrattiva per le imprese, in modo da competere efficacemente con giganti come Stati Uniti e Cina, senza però sacrificare i propri obiettivi ambientali. La sfida principale resta la gestione dei costi dell’energia, che sono schizzati verso l’alto a causa delle tensioni internazionali, rendendo difficile la competizione con altre regioni del globo.
La strategia include sostegni per industrie ad alta intensità di carbonio, come quelle dell’acciaio e delle sostanze chimiche, per aiutarle a ridurre le emissioni inquinanti. Inoltre, viene ribadito l’obiettivo di ridurre del 90% le emissioni dell’UE entro il 2040. Tuttavia, uno dei limiti del piano è fondi limitati per nuovi investimenti, sfida che si aggrava a causa delle difficoltà finanziarie di grandi economie come la Francia e la Germania, e delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti e la Cina.
Per superare queste difficoltà, la Commissione prevede di reindirizzare fondi regionali non utilizzati verso progetti allineati con l’agenda della competitività e di mobilitare le risorse di istituti di credito pubblici come la Banca Europea degli Investimenti. Un prossimo Fondo per la Competitività verrà istituito per sostenere progetti strategici e ci sarà uno sforzo per attrarre investimenti privati attraverso un’unione per il risparmio e l’investimento.
Il piano tocca anche temi sociali, esortando i governi ad aprire i mercati del lavoro in risposta all’invecchiamento della popolazione e a migliorare l’istruzione, dato il calo delle competenze matematiche e di lettura tra i giovani. Tuttavia, il piano avverte che rafforzare la competitività è un obiettivo a lungo termine, non realizzabile velocemente. Questo articolo è stato arricchito con un’ulteriore dichiarazione di Ursula von der Leyen. Giovanna Coi, Hanne Cokelaere e Cory Bennett hanno contribuito a questo report.