La Commissione europea sta mettendo a punto delle iniziative per introdurre nuove quote e etichette sui prodotti a basso contenuto di carbonio, mirate a rilanciare i settori produttivi in difficoltà e a raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti. Le proposte emergono da un documento preliminare del Clean Industrial Deal dell’UE, analizzato da POLITICO prima della pubblicazione ufficiale prevista per il 26 febbraio.
La strategia delineata nel documento riflette l’intento dell’esecutivo europeo di armonizzare l’impegno dell’Unione nel decarbonizzare e rivitalizzare l’industria pesante. Viene anche tracciato il percorso che l’UE intende seguire nei prossimi anni per raggiungere tali obiettivi. Il contesto politico è particolarmente delicato, considerando le difficoltà che i produttori europei, specialmente nei settori dell’acciaio e del cemento, affrontano a causa della burocrazia e degli alti costi energetici. Tali fattori limitano la loro capacità competitiva rispetto a paesi come gli Stati Uniti e la Cina, dove, peraltro, le sovvenzioni alle aziende locali sono significative.
Gli Stati Uniti, con il presidente Donald Trump in particolare, stanno promuovendo l’idea di “acquista americano”, mentre l’Europa mira a spingere per un corrispondente “compra europeo” nell’ambito delle sue iniziative climatiche. L’Unione vuole dunque creare un ambiente favorevole per gli investimenti climaticamente neutri su larga scala nei settori ad alto consumo energetico e nelle tecnologie pulite.
Sei sono i pilastri della strategia dell’UE: riduzione dei prezzi energetici, stimolazione della domanda, incentivazione degli investimenti, accesso garantito a materiali essenziali, collaborazione globale e riqualificazione della forza lavoro. Al centro del Clean Industrial Deal vi è un forte stimolo alla domanda di beni “made in Europe” con basso impatto climatico. Uno degli obiettivi è produrre internamente il 40% dei componenti chiave per le tecnologie pulite.
Per ottenere questo risultato, la Commissione prevede di introdurre delle quote che garantiscano che autorità pubbliche e governi acquistino tali prodotti. Il Clean Industrial Deal include anche l’implementazione di “requisiti minimi di contenuto locale” e “criteri di resilienza e sostenibilità”, elementi chiave per rafforzare la competitività e l’autonomia dell’industria europea in un mercato globale sfidante.