Nella regione di Kursk, teatro di nuove e inaspettate tensioni, l’Ucraina ha avviato un’iniziativa offensiva contro le forze russe domenica 5 gennaio. Questa mossa ha violato le aspettative di molti osservatori, dopo che le truppe ucraine avevano già effettuato un’incursione a sorpresa in Russia il 6 agosto, mantenendo il controllo di una porzione di territorio russo, il che potrebbe risultare strategico in eventuali trattative di pace.
Il Ministero della Difesa russo afferma di star respingendo l’avanzata ucraina, ma diverse fonti informali russe segnalano una significativa pressione sulle truppe di Mosca. Secondo Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente Zelensky, e Andriy Kovalenko, capo del Centro ucraino per la lotta alla disinformazione, le notizie da Kursk risultano favorevoli per l’Ucraina.
L’attacco ucraino si è intensificato vicino al villaggio di Berdin, diretto verso Velike Soldatske, situato a 20 chilometri da Sudzha e 80 chilometri da Kursk. Anche se il Ministero della Difesa russo sostiene di aver contenuto l’attacco, le truppe ucraine sembrano avanzare con sei brigate, usando mezzi corazzati e vari veicoli militari.
I recenti scontri hanno avuto conseguenze mortali altrove, come a Nikopol, dove l’artiglieria russa ha causato il decesso di un civile e il ferimento di un altro. Inoltre, il presidente ucraino Zelensky ha riferito della perdita di un battaglione di soldati nordcoreani e paracadutisti russi nel Kursk, ulteriore testimonianza della complessità del conflitto in corso. Secondo fonti sudcoreane, ci sarebbero segnali di ulteriori rinforzi nordcoreani in Russia.
L’enfasi posta dal governo ucraino sulle “buone notizie” che emergono da Kursk suggerisce una controffensiva ben orchestrata che sorprende le forze russe su più fronti, come sottolineato da Kovalenko. Nel frattempo, l’impegno di Kiev a spingersi verso Kursk rappresenta una nuova fase nel conflitto, sottolineando l’importanza strategica di questa operazione.
Nel contesto delle tensioni in corso, anche le autorità religiose fanno sentire la loro voce. Papa Francesco, parlando ai fedeli da piazza San Pietro, ha invocato il rispetto del diritto umanitario nei conflitti, esortando la comunità internazionale a intervenire con fermezza per proteggere civili e infrastrutture essenziali.
In questo scenario complicato, l’Ucraina continua ad affrontare minacce, come l’attacco con 103 droni verificatosi nella notte, sollecitando al contempo i suoi alleati a far rispettare le sanzioni contro la Russia, sottolineando la complessità e l’urgenza di una soluzione pacifica al conflitto in corso.