L’avanzata delle forze russe in Ucraina sta diventando una questione sempre più complessa. A quasi mille giorni dall’inizio dell’invasione, la situazione sul campo di battaglia è segnata da nuove dinamiche che coinvolgono il reclutamento massivo di soldati e l’intensificazione dei bombardamenti. Con l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, previsto per gennaio, la guerra potrebbe entrare in una nuova fase. Se la possibile apertura di negoziati tra il presidente russo Vladimir Putin e Trump dovesse concretizzarsi, il risultato sul campo di battaglia diventerà cruciale per definire i confini di un futuro cessate il fuoco.
A fronte delle perdite devastanti subite dalle forze russe, che arrivano a circa mille morti o feriti al giorno, Mosca continua comunque ad avanzare. Sebbene l’avanzamento sul terreno sia ridotto, con progressi che variano da pochi metri a qualche chilometro al giorno, i russi sono riusciti a guadagnare terreno in diverse aree strategiche, come quella di Chasiv Yar e la direzione di Pokrovsk. Il comando ucraino, però, segnala che la proporzione tra le forze in campo è ora di cinque soldati russi per ogni ucraino, una disparità numerica che complica enormemente la difesa.
Nel contesto di questa disparità, Putin ha recentemente rafforzato le proprie forze con l’inserimento di circa 100.000 nuovi soldati, reclutati per rafforzare cinque brigate. Questo aumento di forze è stato accompagnato da una maggiore attenzione alle unità di droni, che stanno diventando uno strumento fondamentale nella strategia russa per guadagnare terreno. La necessità di droni da parte dei russi emerge come una risposta all’uso di armi ad alta tecnologia da parte degli ucraini, che sono equipaggiati con sistemi sofisticati forniti dai loro alleati occidentali, come gli Stati Uniti e l’Europa.
Sul fronte ucraino, la difficoltà principale risiede nell’approvvigionamento di soldati e nel loro addestramento. Le nuove leve, arrivate dopo la morte o la ritirata dei veterani della prima ora, sono meno preparate e più vulnerabili al fuoco incessante che segna la guerra. Molti di questi soldati non sono pronti a sopportare i lunghi periodi di bombardamenti, una realtà che si riflette nella difficoltà dell’esercito ucraino di mantenere la posizione. Questo ha portato a ritirate lente, ma inevitabili, in alcune aree cruciali del Donbass, come quella di Kupiansk.
Una delle preoccupazioni principali per l’Ucraina riguarda il possibile cambiamento nelle politiche di supporto internazionale dopo l’ingresso di Trump alla Casa Bianca. La possibilità che gli Stati Uniti possano ridurre gli aiuti militari, come suggerito da alcuni commentatori, è un incubo che i comandi ucraini temono possa indebolire ulteriormente la loro capacità di resistere. La “guerra delle armi” è quindi una corsa contro il tempo, con gli ucraini che cercano di mantenere quanto più territorio possibile, mentre i russi puntano ad ottenere il massimo controllo prima di eventuali trattative politiche.
Le forze russe continuano a concentrarsi in modo particolare sulla regione di Zaporizhzhia, dove le concentrazioni di truppe sono enormi, così come sull’area confinante con la regione di Kursk, dove i russi hanno iniziato a concentrare un numero significativo di soldati nordcoreani. Quest’area, precedentemente sotto il controllo ucraino, è stata ridotta di dimensioni a causa della pressione russa, ma continua a essere un punto di scontro strategico.
In definitiva, la guerra in Ucraina sta entrando in una fase decisiva. La proporzione tra le forze in campo e le perdite umane sono segnali di un conflitto che non ha ancora trovato una sua risoluzione. Con l’avvicinarsi della data di insediamento di Trump, il 20 gennaio 2025, l’esito di questo conflitto potrebbe dipendere dalla capacità dei due eserciti di consolidare il terreno che sono riusciti a conquistare. La sfida per l’Ucraina, che affronta una guerra di logoramento, sarà quella di mantenere la propria integrità territoriale, mentre la Russia tenta di ottenere il massimo vantaggio possibile prima di eventuali trattative politiche che potrebbero congelare il conflitto.