Friedrich Merz, attuale leader della CDU e probabile candidato alle prossime elezioni in Germania, sta percorrendo una strada rischiosa. In un momento in cui i partiti tradizionali in Europa cercano di mantenere distanze dall’estrema destra, Merz ha provocato una crisi di nervi nei ranghi politici tedeschi con la sua strategia incentrata sull’immigrazione. Davanti alla crescita di formazioni di estrema destra come l’Alternativa per la Germania (AfD), Merz ritiene che occorra raffreddare le reazioni degli elettori tedeschi, molto simili ai loro omologhi in altri paesi europei nonostante la storia nazista.
La sua scommessa di affrontare la questione dell’immigrazione a viso aperto, grazie anche alla collaborazione con l’AfD, mira a rafforzare la credibilità del suo partito sugli elettori. Pur rischiando di incrinare le protezioni istituzionali instaurate dal dopoguerra contro il radicalismo di destra, Merz insiste sulla necessità di dimostrare rigore in materia di immigrazione per rivitalizzare i consensi in vista delle elezioni anticipate del 23 febbraio. Nei suoi discorsi, ha suggerito che un chiarimento dei posizionamenti dei partiti, soprattutto sul tema dell’immigrazione, sia essenziale in un contesto così vicino alle elezioni.
Un recente tentativo di passare in parlamento misure stringenti sugli immigrati, grazie al supporto dell’AfD, è stato accolto con clamore e disapprovazione, rivelando una spaccatura non solo nella società, ma anche all’interno della stessa Unione Cristiano-Democratica (CDU). La sua strategia ha attirato critiche dai partiti di centro-sinistra, con proteste di massa in diverse città del Paese e commenti taglienti da parte della leadership politica, incluso l’attuale cancelliere Olaf Scholz.
Questa scelta di Merz ha suscitato un acceso dibattito politico, con personalità come Robert Habeck dei Verdi che hanno dichiarato la mossa una mancanza di idoneità per il ruolo di cancelliere. Rolf Mützenich, del Partito Socialdemocratico, ha persino invocato la drammatica memoria della Repubblica di Weimar per mettere in guardia sulle conseguenze di una simile apertura verso destra.
Merz, nel difendere la sua posizione, ha promesso di non formare coalizioni con l’AfD, sottolineando piuttosto la necessità di una netta riduzione dell’immigrazione, una sfida lanciata ai partiti di centro-sinistra. Tuttavia, all’interno della CDU, ci sono segnali di dissenso, amplificati dalle critiche dell’ex cancelliera Angela Merkel, che ha definito “sbagliato” il sostegno ricevuto da Merz dall’AfD.
La conferenza del partito a Berlino si profila come un’importante occasione per testare l’unità dei conservatori e la risolutezza di Merz nel portare avanti la sua agenda. Sebbene nell’ultimo periodo gli elettori sembrino prediligere l’AfD, ora accreditata con un significativo vantaggio nei sondaggi, Merz è convinto che un approccio più duro sull’immigrazione sia la chiave per rivitalizzare il suo partito.
La debolezza di Merz nel far approvare il disegno sull’immigrazione è stata presa di mira dall’AfD, che ne ha approfittato per affermare la propria forza come unico vero partito anticlandestino in Germania. Questa tattica rischia, però, di alienare una parte significativa della sua base centrista, mentre potrebbe attrarre voti dagli elettori più orientati a destra, generando un effetto polarizzante del consenso. In ultima analisi, nonostante Merz tenti di seguire un percorso indipendente dai partiti di destra estrema, il suo attuale modo di agire potrebbe fortificare proprio quelle forze che cerca di controllare.