Le relazioni fra Repubblica Ceca e Slovacchia, una volta unite sotto il nome di Cecoslovacchia, non sono mai state così tese come ora. Neppure durante la divisione pacifica del 1993, che portò alla nascita di due stati indipendenti, le divergenze avevano raggiunto l’attuale intensità. La causa principale di tale deterioramento dei rapporti sta nella conduzione politica del primo ministro slovacco, Robert Fico, il quale ha orientato la Slovacchia verso Mosca, allontanandola dall’Occidente. Questo mutamento di rotta e la differente posizione dei due paesi sul conflitto in Ucraina hanno scatenato un’accesa rivalità.
Tensioni, insulti e dispetti alimentano continuamente i dissapori. Nel marzo scorso, Fico ha così irritato Praga che è stata cancellata una tradizione di incontri informali dei governi, consolidata da decenni. Di fronte a questa decisione, lo scontento slovacco non è tardato ad emergere. Katarína Roth Neveďalová, eurodeputata del partito di sinistra-populista di Fico, ha espresso dispiacere per quello che considera un uso della Slovacchia, da parte dei politici cechi, per meri fini elettorali.
Recentemente, una disputa sui social media ha visto protagonisti Fico e il primo ministro ceco, Petr Fiala. Si instaurò una polemica riguardo a un presunto colloquio ai margini di un vertice UE. Fiala ha dichiarato di aver parlato con Fico, mentre quest’ultimo ha negato. Su Facebook, Fico ha precisato di aver soltanto stretto la mano a Fiala, provocando una replica piccata da quest’ultimo.
Le accuse tra i due non si fermano qui. Fico ha accusato i politici e i media cechi di ingerenze nei temi interni slovacchi, con l’intento di danneggiare l’immagine di Andrej Babiš, capo del partito ceco ANO e probabile successore di Fiala. Quest’ultimo ha sarcasticamente definito come assurda l’accusa di Fico, rimandando alle alleanze politiche precedenti tra Babiš e Fico. Tutto questo, sullo sfondo di serie divergenze nazionali.
Il primo ministro Fiala ha escluso la possibilità di riprendere i consueti incontri congiunti, sostenendo che non siano appropriati dati gli attuali orientamenti della politica estera slovacca. La discrepanza tra i due paesi è evidente: la Repubblica Ceca sostiene fermamente l’Ucraina nel conflitto contro la Russia, al contempo accogliendo molti rifugiati ucraini. D’altro canto, la Slovacchia, sotto la direzione di Fico, dimostra una vicinanza alla Russia.
La situazione attuale riflette tendenze storiche e culturali. Da sempre, la popolazione slovacca si è mostrata più aperta verso la Russia, diffidando maggiormente dell’Occidente, rispetto ai cechi. Questo è emerso chiaramente da un recente sondaggio, che rileva come solo il 41% degli slovacchi attribuisca alla Russia l’inizio della guerra in Ucraina, contro il 68% dei cechi.
Nonostante il quadro odierno, c’è la possibilità di un riavvicinamento. Babiš, politico di etnia slovacca in corsa per la guida del governo ceco, ha promesso di rinnovare i legami con la Slovacchia. I rapporti amichevoli pregressi tra Babiš e Fico potrebbero favorire questo processo. La possibilità che la Repubblica Ceca si unisca alla Slovacchia in un’inclinazione verso est potrebbe contribuire a formare un blocco filo-Kremlin, con implicazioni di vasta portata per l’UE.
Tuttavia, le dinamiche politiche nella regione sono fluide, e il futuro potrebbe riservare nuovi assetti nei rapporti fra queste nazioni solo apparentemente allontanate.