Ogni gennaio, la cittadina di Davos in Svizzera diventa il fulcro dell’economia globale grazie al World Economic Forum. Qui, tra nevi e lussuosi alloggi, si radunano figure di spicco come Bill Gates, Christine Lagarde e molte altre personalità influenti. Questo evento, sebbene ufficialmente dedicato al tema della “Collaborazione per l’età intelligente”, è in realtà una passerella per l’élite mondiale che si riconosce nel colore del badge che indossa e nel mezzo di trasporto utilizzato per raggiungere la “Montagna Magica”. Gli elicotteri rappresentano il massimo dello status, mentre gli appuntamenti esclusivi, come la degustazione di vini di Anthony Scaramucci o le feste di Salesforce, sono i veri palcoscenici sociali di questo incontro.

Davos non è solo un raduno di persone potenti, ma piuttosto un caleidoscopio di tribù distinte, ciascuna con le proprie caratteristiche. Un primo gruppo è composto dall’1% dell’1%: dirigenti e presidenti che, con i loro badge bianchi, volano in elicottero e godono di privilegi riservati. Vi sono poi i portaborse con badge verdi che svolgono il lavoro dietro le quinte, ottenendo inviti e gestendo prenotazioni per questi capi. Quest’anno, a causa delle restrizioni del WEF, la loro presenza sarà più limitata.

Gli anti-elitisti d’élite costituiscono un’altra categoria: criticano apertamente il forum, ma fanno l’impossibile per partecipare e far conoscere il loro punto di vista. I ministri, i cosiddetti secondi violini, arrivano in auto privata e frequentano luoghi meno glamour, sperando di accedere alle feste più esclusive, mentre i VIP, nonostante le limitate conoscenze di economia, attirano l’attenzione degli ospiti.

Non possono mancare i benefattori, simili a Greta Thunberg, che si distinguono per le loro scelte ecologiche e per i loro viaggi a piedi. Gli evangelisti dell’intelligenza artificiale e i fratelli della blockchain sono gruppi di visionari che vedono nel progresso tecnologico o nell’innovazione finanziaria la chiave per il futuro, ognuno impegnato nella sua missione.

A Davos troviamo anche i furfanti, un termine che racchiude vari individui controversi che, nonostante l’ostracismo, si concedono piccoli lussi. La ciurma blu è invece il gruppo che garantisce la funzionalità del forum, gestendo con ordine la complessa gerarchia di accessi, mentre la stampa cerca di ottenere notizie tra numerosi ostacoli.

Questo insieme di tribù dimostra come Davos non sia solo una piattaforma per discutere di economia, ma anche un teatro di interazioni sociali complesse, dove il vero evento si svolge spesso lontano dalle luci della ribalta.

4 pensiero su “Le 11 tribù di Davos: scopri a quale appartieni al World Economic Forum”
  1. Ma tutti sti VIP col badge bianco, alla fine, cosa combinano di concreto oltre a farsi belli alle feste di Salesforce? Mi sembra un sacco di scena e poco arrosto.

    1. È comprensibile avere questa impressione, ma molti di questi VIP con il badge bianco sono spesso coinvolti in progetti innovativi e collaborano con Salesforce per migliorare l’adozione della tecnologia nelle aziende. Partecipano a panel e workshop, condividono best practice e contribuiscono a sviluppare soluzioni che abbiano un impatto reale sul business. Certo, le feste e gli eventi sono una parte visibile, ma dietro le quinte molti di loro lavorano attivamente per far crescere le loro comunità e il loro settore di riferimento.

  2. Che spettacolo ste montagne e sti personaggi importanti! Sempre affascinante vedere come a Davos si incrociano fate e giganti dell’economia mondiale. Ma chissà se sta Collaborazione per l’età intelligente porta davvero risultati concreti o sono solo chiacchiere da salotto.

    1. È vero, le montagne di Davos creano un’atmosfera unica. Sarebbe interessante capire se la Collaborazione per l’età intelligente riuscirà a tradurre le idee in azioni reali, ma a volte sembra che questi incontri siano più vetrine che occasioni per fare progressi tangibili. Speriamo davvero che possano portare a iniziative concrete e non restino solo belle parole!

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