Il panorama delle tecnologie e delle grandi aziende è sempre in fermento, e in questo contesto emergono delle situazioni che richiedono un’attenzione particolare. TikTok, la popolare piattaforma di condivisione video appartenente a ByteDance con sede a Pechino, è al centro di un caso che ha coinvolto la Corte Suprema degli Stati Uniti. Quest’ultima ha infatti convalidato una legge che impone la vendita o il divieto dell’applicazione sul suolo americano. Il termine della legge è previsto per domenica, e se non ci sarà una vendita inaspettata o un intervento dell’amministrazione Biden, l’applicazione non verrà vietata direttamente né disattivata. Tuttavia, le aziende che supportano la distribuzione, il mantenimento o l’aggiornamento di TikTok rischiano pesanti sanzioni.

Apple e Google, due colossi del settore tecnologico, si trovano nella posizione di dover rimuovere TikTok dai propri store delle app per evitare multe significative. Oracle, un’altra gigante tecnologica coinvolta in un piano per trasferire i dati degli utenti statunitensi su suolo americano, per scongiurare i timori di un controllo da parte del Partito Comunista Cinese, si troverebbe di fronte a sanzioni simili se continuasse a fornire i propri servizi alla piattaforma.

L’avvocato Jeffrey Fisher, rappresentante di un gruppo di creatori, ha evidenziato l’impatto che queste misure potrebbero avere su diverse aziende influenti. In una lettera indirizzata al presidente Joe Biden, ha esortato a garantire che non ci siano conseguenze per le società terze coinvolte. Ha sottolineato che un’interruzione negli affari non sarebbe giustificata da alcun motivo impellente.

L’amministrazione di Biden ha più volte manifestato l’intenzione di non imporre la legge negli ultimi giorni del mandato. Tuttavia, l’incombenza passa al presidente eletto Donald Trump, il quale ha promesso di lavorare a un accordo politico per salvare TikTok. Trump ha dichiarato di essere incline a concedere un’estensione di tre mesi al divieto, possibilmente a partire dal suo primo giorno in carica. In un’intervista a NBC News, ha spiegato che un rinvio di 90 giorni potrebbe essere “appropriato” e che probabilmente lo ufficializzerà lunedì.

Nonostante queste promesse, resta incerto se tali misure saranno sufficienti per le aziende che rischiano importanti responsabilità finanziarie nel persistere a operare con TikTok. La concessione di un’estensione è un’opzione unica offerta dalla legge al presidente, che richiede tuttavia la certificazione di “progresso significativo” verso la cessione, completa di “intese legali vincolanti” – condizioni che attualmente non paiono essere presenti, dato il rifiuto di ByteDance alla vendita.

Ad oggi, Apple, Google e Oracle non hanno espresso pubblicamente l’intenzione di aderire o violare la legge entro il 19 gennaio. Nessuna delle tre aziende ha fornito chiarimenti a POLITICO circa i propri piani futuri, lasciando in sospeso il destino di TikTok negli Stati Uniti.

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