Le forze armate di Mosca hanno recentemente conquistato Oleshnya, una delle ultime località sotto controllo ucraino nella regione di confine di Kursk. Questo è quanto dichiarato dal ministero della difesa russo attraverso un comunicato sul suo canale Telegram. L’agenzia di stampa TASS, di proprietà statale russa, ha riportato che il ministero ha riferito di una perdita di oltre 75.000 soldati da parte dell’Ucraina durante i combattimenti in quest’area. Al momento, queste affermazioni non hanno trovato conferma esterna.

POLITICO ha cercato di ottenere un riscontro da parte del ministero della difesa ucraino. Lo scorso anno, un’azione militare audace e inaspettata era stata lanciata dalle forze ucraine nella regione di Kursk, decisione che aveva suscitato dibattiti interni anche a Kyiv. Il presidente Volodymyr Zelenskyy aveva però sostenuto il successo dell’incursione, accennando a un possibile vantaggio per l’Ucraina nelle eventuali negoziazioni di pace con Mosca grazie al controllo di territori russi.

Nonostante la resistenza prolungata nella regione di Kursk, le forze ucraine hanno recentemente subito una pressione notevole a causa dell’offensiva russa. Gli esperti di strategia militare avevano predetto che i leader ucraini avrebbero presto dovuto considerare una ritirata da quest’area. Con la presa di Oleshnya, solo il villaggio di Gornal rimane sotto controllo ucraino, secondo quanto riferito dall’Agence France-Presse.

TASS ha citato fonti delle “forze di sicurezza”, le quali hanno affermato che Gornal rappresenta l’ultimo obiettivo per la Russia nella sua campagna per riprendere il completo controllo della regione di Kursk. Parallelamente, fonti ben informate hanno comunicato a Bloomberg che gli Stati Uniti potrebbero essere disposti a riconoscere la sovranità russa sulla Crimea come parte di un più ampio accordo di pace con Kyiv. Tuttavia, Zelenskyy ha continuato a ribadire la sua fermezza nel non cedere alcun territorio a Mosca.

Nel contesto internazionale, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso critica riguardo ai progressi dei colloqui di pace, minacciando di interrompere le negoziazioni in assenza di sviluppi tangibili.

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