Il Parlamento europeo ha votato a favore di una risoluzione controversa che permette all’Ucraina di utilizzare armi fornite dall’Unione Europea contro obiettivi in territorio russo. Questo passaggio cruciale, accolto con favore dalla maggioranza dei parlamentari, ha però causato una profonda spaccatura tra le delegazioni italiane e sollevato tensioni a livello internazionale.

Durante la seduta a Strasburgo, il via libera all’utilizzo di armamenti europei ha incontrato la ferma opposizione di gran parte dei rappresentanti italiani. Le principali forze politiche, tra cui Forza Italia, Lega, Movimento 5 Stelle, Pd, Verdi e Sinistra, hanno votato contro il paragrafo 8 della risoluzione, che invita i Paesi membri a revocare le restrizioni sull’uso delle armi consegnate all’Ucraina per colpire obiettivi militari in Russia. Questa posizione rispecchia quella del governo italiano, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani che aveva già anticipato l’orientamento di Roma.

Il voto ha evidenziato una netta frattura anche all’interno degli stessi partiti italiani. Nel Pd, alcuni membri come Elisabetta Gualmini e Pina Picierno hanno appoggiato la risoluzione, mentre altri, guidati dal capodelegazione Nicola Zingaretti, si sono opposti. Fi ha visto figure come Giusi Princi e Massimiliano Salini votare in disaccordo con il resto del partito. Alla fine, il paragrafo 8 è stato approvato con 377 voti favorevoli, 191 contrari e 51 astensioni.

L’adozione di questa misura ha provocato una reazione immediata da parte di Mosca. Viaceslav Volodin, presidente della Duma russa, ha lanciato un duro avvertimento, affermando che tale mossa potrebbe condurre a un conflitto nucleare. Le tensioni tra l’Occidente e la Russia non sono mai state così alte, e la decisione del Parlamento europeo ha esacerbato ulteriormente la situazione.

Nel contesto di questo crescente attrito, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è atteso a Washington per incontrare il presidente Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris. La visita, programmata per il 26 settembre, sarà cruciale per consolidare ulteriormente il supporto americano, mentre l’Europa continua a dibattere su come gestire la situazione bellica.

La risoluzione è stata adottata alla vigilia di un importante viaggio a Kiev da parte di Ursula von der Leyen, rieletta presidente della Commissione europea, che discuterà il sostegno dell’Unione Europea alle infrastrutture energetiche ucraine, gravemente danneggiate dagli attacchi russi. Tuttavia, il tema dell’utilizzo delle armi contro la Russia rimane divisivo tra i leader europei, e non sembra destinato a risolversi nel breve termine.

Con una forte pressione internazionale e divisioni interne agli Stati membri, la decisione sull’utilizzo di armamenti europei in territorio russo segna una nuova fase della guerra in Ucraina, con conseguenze imprevedibili per la sicurezza globale.

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