L’incontro tra i leader dell’Unione Europea a Bruxelles si è concluso con un piano di aiuti militari per l’Ucraina significativamente ridotto rispetto alle aspettative iniziali. Kaja Kallas, alta diplomatica europea ed ex primo ministro dell’Estonia, aveva sperato di mettere in campo un pacchetto di aiuti di €40 miliardi, destinato a rafforzare la posizione ucraina nei conflitti e nei negoziati con la Russia. Tuttavia, il progetto si è scontrato con varie difficoltà fin dalle sue fasi iniziali di pianificazione.

La mancanza di un consenso preliminare tra le parti interessate ha afflitto il “piano Kallas”, che ambiva a inviare 1,5 milioni di proiettili di artiglieria entro il 2025. Questo è stato però bloccato da un veto ungherese. Successivamente, Kallas ha tentato di formare una coalizione di Stati disposti a fornire fino a €40 miliardi di aiuti militari, ma ha dovuto affrontare la realtà di una UE dove l’entusiasmo per l’assistenza all’Ucraina varia considerevolmente.

Le nazioni meridionali dell’UE, più lontane dalle minacce russe, si sono mostrate meno inclini a partecipare rispetto a quelle orientali e settentrionali. Persino la Francia ha esitato a sostenere completamente il progetto. A dispetto degli sforzi di Kallas e di una proposta più modesta di inviare 2 milioni di proiettili d’artiglieria, il suo piano non ha raccolto sufficiente supporto.

Volodymyr Zelenskyy, presidente ucraino, ha fatto appello affinché l’Europa fornisse almeno €5 miliardi rapidamente per le munizioni. Tuttavia, la proposta di finanziare le munizioni con tale somma non ha riscosso l’approvazione necessaria, anche dopo che ambasciatori di Francia, Italia e Slovacchia hanno suggerito un approccio volontario alla contribuzione.

Le critiche alla gestione del piano da parte di Kallas non sono mancate. Si è detto che operasse come se fosse ancora primo ministro, trascurando la necessità di ottenere il supporto di stati chiave e influenti funzionari dell’UE. Inoltre, la sua incapacità di garantire il consenso di paesi come la Francia ha reso evidente le difficoltà di coordinare i 27 membri dell’Unione verso un obiettivo comune.

Nonostante tutto, il sostegno europeo all’Ucraina resta forte. La Francia, ad esempio, ha annunciato un prossimo vertice a Parigi, invitando voli paesi “volenterosi” in una nuova iniziativa per l’Ucraina. Dall’altro lato, l’Ungheria di Viktor Orbán continua a isolarsi con il suo approccio divergente.

Il futuro degli aiuti militari all’Ucraina potrebbe ancora vedere sviluppi, poiché la situazione rimane fluida e il sostegno all’integrità territoriale dell’Ucraina da parte dell’UE continua.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *