Nel cuore di Londra, in uno dei quartieri più prestigiosi come Mayfair, si erge una villa a sei piani che, nonostante il suo valore di circa 24 milioni di sterline, presenta un aspetto trascurato. Gli arredi esterni, con inferriate e telecamere di sorveglianza, suggeriscono un tempo in cui la dimora era abitata in maniera più regolare e lussosa. Questo edificio appartiene a Rifaat al-Assad, zio di Bashar al-Assad e fratello del defunto presidente siriano Hafez.
La capitale inglese ha rappresentato un’opportunità per la famiglia Assad di espandere il loro impero immobiliare, soprattutto mentre le finanze pubbliche siriane si impoverivano. Attraverso una rete intricata di fondi d’investimento e società offshore, gli Assad sono riusciti a celare i loro nomi e ottenere proprietà nel cuore della città, dalle lussuose abitazioni di Marylebone e Belgravia fino a intere proprietà in Highgate. La città di Londra si è trasformata per loro in un vero e proprio parco giochi finanziario.
Questa relazione con Londra non è priva di connessioni personali: Asma al-Assad, infatti, è nata e cresciuta proprio nella capitale britannica. Qui ha conosciuto Bashar, cementando un legame che ha significato molto per la loro famiglia. Ma Londra è stata anche il quartier generale per figure influenti legate al regime, come Zouhair Sahloul, descritto come uno dei banchieri chiave della famiglia Assad, capace di muovere ingenti somme di denaro globalmente con straordinaria rapidità.
Rifaat al-Assad, conosciuto anche come “il macellaio di Hama” per il suo ruolo nel massacro del 1982, ha stanziato nel 1984 in Europa con una cospicua fortuna, dopo il suo esilio dalla Siria. La villa di Mayfair fu da lui acquistata nel 2008, ma, dopo essere stata oggetto di vari lavori, è stata congelata dalle autorità britanniche nel 2017 e gli è stato impedito di trasferirne la proprietà.
Aniseh Chawkat, nipote del dittatore e residente a Londra come i suoi zii, ha anch’essa tratto vantaggio da questi legami familiari, settimane affittando costosi appartamenti con versamenti significativi di contanti. Sebbene le sue transazioni siano state oggetto di indagine dalla National Crime Agency, gran parte delle operazioni nascoste del regime rimangono avvolte nel mistero, con una fitta rete di società dietro cui i beneficiari continuano a operare lontano dalle luci della ribalta.
Uno schema collaudato, dunque, per aggirare le sanzioni internazionali riguardanti i fondi del regime siriano, sancito dalla capitale inglese diventata per gli Assad e i loro affiliati un rifugio di lusso e segretezza.