In Europa, cresce l’urgente appello da parte di gruppi civici e dei decisori politici per un intervento deciso dell’Unione Europea a difesa dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne, in risposta alle restrizioni sull’aborto recentemente messe in atto negli Stati Uniti e alla crescente presenza di governi di estrema destra nel continente.
L’insediamento del presidente Donald Trump ha visto il ritorno di politiche anti-aborto, tra cui il ripristino della “Politica della Città del Messico”. Questo regolamento, noto anche come regola globale del silenzio, blocca i finanziamenti federali alle ONG che offrono servizi legati all’aborto o che sostengono la depenalizzazione di questa pratica. Inoltre, gli Stati Uniti hanno firmato la Dichiarazione di Ginevra sul Consenso, un patto anti-aborto che può influenzare negativamente il lavoro delle ONG impegnate nella salute sessuale e riproduttiva a livello globale, inclusa l’Europa, limitando l’accesso a cure essenziali.
In Europa, la risposta è stata di fermo richiamo all’azione. I difensori dei diritti sessuali e riproduttivi e alcuni parlamentari sostengono la necessità di garantire l’accesso all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’UE. A tal riguardo, nel 2024 è stato approvato un documento con 336 voti a favore che afferma il diritto all’aborto sicuro e legale come fondamentale.
La proposta di modificare la Carta incontrerebbe tuttavia ostacoli significativi, richiedendo un consenso unanime dei 27 paesi membri dell’UE, tra cui quelli con leggi più restrittive sull’aborto. L’idea di percorrere strade nazionali, prevedendo modifiche alle singole costituzioni dei paesi membri, appare quindi più fattibile, come dimostrato dall’esempio della Francia, che ha recentemente integrato il diritto all’aborto nella sua Costituzione.
Nel frattempo, iniziative come quella dei Cittadini Europei “La mia voce, la mia scelta” stanno guadagnando slancio, chiedendo alla Commissione Europea l’istituzione di un fondo destinato a supportare le donne che, non potendo accedere all’aborto nel proprio paese, desiderano recarsi all’estero dove le leggi sono più permissive. Questa iniziativa ha già raccolto un milione di firme, il che implica che la proposta riceverà attenzione da parte della Commissione.
I sostenitori del movimento sottolineano l’importanza di un sostegno finanziario e diplomatico per sostenere la causa a livello internazionale. Nell’attuale contesto di crisi multiple, vi è il rischio che l’attenzione e i fondi siano dirottati altrove, mettendo così a repentaglio i servizi essenziali per la salute sessuale e riproduttiva.
La mancanza di finanziamenti dagli Stati Uniti rende urgente la necessità che l’Unione Europea intervenga con forza, promuovendo non solo il sostegno morale e legislativo, ma anche finanziario per proteggere questi diritti fondamentali.
Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente diritto di replica all’articolo https://www.italianopercaso.it/esteri/lunione-europea-chiamata-a-difendere-i-diritti-sessuali-e-riproduttivi-verso-unazione-contro-le-restrizioni-sullaborto-e-lavanzata-dei-governi-di-destra/
**L’Unione Europea chiamata a difendere i diritti sessuali e riproduttivi: verso un’azione contro le restrizioni sull’aborto e l’avanzata dei governi di destra**
Partirei dalla frase conclusiva che a mio parere racchiude il fulcro del contenuto dell’articolo : “La mancanza di finanziamenti dagli Stati Uniti rende urgente la necessità che l’Unione Europea intervenga con forza, promuovendo non solo il sostegno morale e legislativo, ma anche finanziario per proteggere questi diritti fondamentali.”
È evidente che Alessandro Torrisi percepisce come un pericolo l’azione dei governi che difendono la vita, combattendo la gigantesca speculazione sui feti abortiti della quale purtroppo siamo tutti a conoscenza ma che, sembra, non scandalizzare proprio quegli attivisti che si vantano di voler salvaguardare i “diritti fondamentali”.
Ritengo opportuno quindi provare a fare una classifica dei diritti fondamentali.
Il primo diritto fondamentale è senza ombra di dubbio la vita. Con l’aborto viene soppressa la vita dell’ esserne vivente più fragile e indifeso, ma poiché questa creatura non ha voce, non può protestare e non può votare, il suo diritto a nascere sembra non interessare a quella “compagnia” di politici che da Bruxelles vorrebbero dettare legge a tutti gli stati membri, persino su un tema così delicato.
L’aborto infatti va a toccare i valori più profondi dell’ individuo, mentre l’UE sembra troppo spesso farsi garante solo di ideologie per avere maggiori consensi.
Il nostro appello come Comitato “Prolife Insieme” è rivolto a tutti i politici intellettualmente onesti, affinché restino connessi alla realtà e ribadiscano il concetto fondamentale che “la mia libertà termina dove lede quella di un altro essere vivente”, il feto è un essere umano Vivente con un cuore che batte già a poche settimane dal concepimento.
Il cosidetto “diritto all’ aborto” infatti, non lede solo la libertà di nascere del feto che viene soppresso in quanto non voluto – ma che comunque resta un figlio per sempre – bensì anche la stessa donna che, come riportato in ampia letteratura scientifica ormai da decenni -subisce gravi danni derivanti dalla sua stessa scelta. Ma di questa sofferenza non si può parlare….
Ringrazio l’ autore di questo articolo per lo spunto di riflessione e auspico che la nostra replica sia pubblicata proprio per garantire la possibilità di dialogo su temi così cruciali, in un’ottica di crescita sociale e magari, perché no, anche di quella demografica, considerando l’età media avanzata del nostro splendido Paese.
Manuela Ferraro
Comitato “ Pro-life insieme “
http://www.prolifeinsieme.it