A Berlino, Friedrich Merz si trova ad affrontare una situazione complessa. Appena designato cancelliere conservatore, ha avviato i negoziati di coalizione con i Social Democratici (SPD) concedendo a questi ultimi un’importante vittoria: l’approvazione di un accordo storico che sblocca centinaia di miliardi di euro in nuovi prestiti. Questi fondi saranno destinati al potenziamento delle forze armate e delle infrastrutture tedesche, includendo investimenti in energia verde. Per Merz, noto sostenitore della rigida disciplina fiscale, questo rappresenta un cambio di direzione epocale, una decisione che il Partito Social Democratico ha accolto con favore.
Intanto, nel suo stesso schieramento conservatore cresce la pressione su Merz affinché ottenga concessioni in ambiti politici tradizionali per la destra, come l’immigrazione e la riduzione del welfare. Tuttavia, avendo già concesso al SPD il suo desiderio più grande riguardo ai prestiti, Merz si ritrova in una posizione negoziale più debole. Johannes Winkel, leader dell’organizzazione giovanile dell’alleanza conservatrice, ha commentato in un’intervista radiofonica che si tratta di una sconfitta evidente per i conservatori all’inizio dei colloqui. La questione fondamentale, secondo Winkel, è quale sarà la contropartita per questa grande concessione sul fronte finanziario.
L’accordo con SPD e Verdi sulla spesa pubblica, benché strategico, potrebbe essere interpretato come una mossa simile a quelle dell’ex Cancelliera Angela Merkel — uno stile “merkeliano” che Merz sembrava voler abbandonare puntando a spostare la CDU più a destra. Nel frattempo, l’Alternativa per la Germania (AfD), destinata a essere il principale partito di opposizione, sfrutta l’occasione per definire Merz un leader in incognito di sinistra.
Merz è dunque sollecitato a mantenere le sue promesse elettorali principalmente in tema di immigrazione e tagli alla spesa sociale, due argomenti su cui lo SPD ha posizioni fortemente contrarie e ora ha meno incentivi a fare concessioni, dato il vantaggio iniziale ottenuto nelle trattative. Inoltre, l’unica opzione di coalizione praticabile per Merz, considerando il veto a collaborazioni con l’AfD, resta lo SPD. I dirigenti socialdemocratici intendono sfruttare questo fatto per salvaguardare i benefici sociali e proteggere gli interessi dei loro sostenitori.
Le divergenze potrebbero prolungare la formazione del governo, all’interno di negoziazioni che sono già complesse e comprendono 16 gruppi e 256 negoziatori. Merz, che all’inizio pensava di chiudere i colloqui entro Pasqua, ora è meno certo del rispetto di questa scadenza. “La precisione prima della velocità”, ha dichiarato recentemente, indicando che il vero test della collaborazione con lo SPD sarà l’attuazione delle significative riforme previste. Tutto ciò sottolinea la difficoltà del percorso politico che Merz ha davanti a sé.