In Turchia, la piattaforma di social media X, di proprietà di Elon Musk, ha sospeso vari account legati a figure dell’opposizione, in un contesto di elevata tensione civile. Musk, che si definisce un paladino della libertà d’espressione, ha spiegato di aver acquistato X per restaurare la suddetta libertà sulla piattaforma. Le sospensioni degli account sono avvenute dopo che l’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, principale avversario politico del presidente turco Tayyip Erdoğan, ha scatenato ampie proteste. İmamoğlu è stato posto in arresto poco prima della sua designazione a candidato presidenziale per il Partito Popolare Repubblicano (CHP), principale forza di opposizione.

Nonostante il governo abbia ordinato un divieto di quattro giorni sui raduni, le manifestazioni di protesta si sono comunque diffuse, molte delle quali concentrate nelle università. Gli osservatori segnalano che numerosi account X associati agli attivisti sono stati sospesi; si tratta per lo più di profili collegati alle università che diffondono informazioni sulle proteste e indicazioni per gli studenti. Secondo Yusuf Can, esperto del programma Medio Oriente del Wilson Center, molti di questi utenti sono “attivisti di base” con un ampia audience, alcuni dei quali sembrano bloccati esclusivamente entro i confini turchi.

Tra coloro che cercano di eludere la censura, l’attivista Ömer Faruk Aslan ha avviato un secondo profilo dopo che il primo è stato bloccato su ordine del tribunale, avendo superato i 6 milioni di visualizzazioni. Intanto, il ministro degli Interni turco, Ali Yerlikaya, ha dichiarato che le autorità hanno individuato 326 account sospettati di incitazione all’odio, di cui 72 gestiti dall’estero. Un’operazione congiunta tra le forze di sicurezza ha portato all’arresto di 54 persone in connessione con questi profili.

Gli arresti legati alle proteste hanno toccato le città di Istanbul, Ankara, Izmir, Adana, Antalya, Konya e altre località, secondo quanto riportano i media locali. Le azioni di blocco degli account sembrano rientrare nella legalità, in base alla normativa turca che autorizza tali misure su richiesta del governo. Una legge del 2022 attribuisce alle autorità vaste competenze per controllare i contenuti sui social media.

Non è la prima circostanza in cui X limita l’accesso agli utenti turchi; è accaduto anche nel 2023 durante la campagna di rielezione di Erdoğan. Secondo il social media, tali restrizioni preservano l’accessibilità al popolo turco. Musk, inoltre, ha affermato che le richieste ufficiali del governo turco saranno rese pubbliche da X in futuro.

Parallelamente, diverse piattaforme social, tra cui TikTok, Instagram e YouTube, stanno subendo restrizioni in Turchia secondo quanto riferito da Netblocks, organismo di monitoraggio di Internet. Il report sulla trasparenza di X evidenzia che nel secondo semestre del 2024, la piattaforma ha soddisfatto l’86% delle richieste di rimozione del governo turco, un aumento rispetto al 68% del primo semestre. Sebbene il tasso di conformità sia inferiore rispetto all’UE, in termini assoluti la Turchia invia sei volte più richieste per persona. Infine, X non ha fornito immediate risposte a richieste di commento sulla situazione.

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