Le nuove normative dell’Unione Europea sugli aiuti di Stato potrebbero facilitare il sostegno da parte dei governi verso le energie rinnovabili e la decarbonizzazione industriale, promuovendo al contempo la domanda di tecnologie pulite. La Commissione Europea sta cercando commenti sul quadro proposto degli aiuti di Stato per supportare il Clean Industrial Deal; la finalizzazione è prevista per giugno, mentre il termine per i feedback è il 25 aprile.
Queste normative potrebbero offrire uno slancio significativo alle industrie ad alta intensità energetica come quella dell’acciaio, che affrontano costi elevati per rispettare le normative climatiche. L’idrogeno, in particolare, è al centro dell’attenzione, con incentivi destinati a promuovere il suo utilizzo per la decarbonizzazione e a ridurre i costi energetici per le industrie. La Commissione Europea propone che gli investimenti per abbattere le emissioni industriali siano considerati per i finanziamenti indipendentemente dalla tecnologia scelta, purché essa garantisca risultati positivi per il clima.
L’obiettivo è ridurre le disuguaglianze nel Mercato Unico e attrarre fondi privati per finanziare la transizione energetica, favorendo gli investimenti in energia pulita e attrezzature per la cattura del carbonio. I progetti potranno ottenere fino a 200 milioni di euro, il 50 percento del costo di un’iniziativa che prevede l’utilizzo dell’idrogeno, fino al 35 percento per le energie rinnovabili e fino al 30 percento per le tecnologie di cattura del carbonio. Questo consentirebbe una rapida implementazione di programmi per idrogeno rinnovabile e altre tecnologie emergenti, senza il bisogno di procedure di gara d’appalto.
Per stimolare ulteriormente il mercato delle tecnologie pulite, i governi sono incoraggiati a introdurre incentivi fiscali che sostengano la domanda di questi prodotti, attraverso meccanismi come l’ammortamento accelerato o spese immediatamente deducibili. Viene proposto inoltre un limite per le sovvenzioni destinate alla produzione di tecnologie pulite a 75 milioni di euro per progetto, mentre per i prestiti e le garanzie statali il tetto è rispettivamente di 350 e 525 milioni di euro.
Una novità interessante è la possibilità per i governi dell’UE di competere con sovvenzioni contro quelle di paesi non appartenenti all’UE per attrarre investimenti stranieri, mantenendo però il divieto di sostenere progetti che si trasferiscano all’interno dell’UE. Questa proposta intende rimpiazzare l’attuale Temporary Crisis and Transition Framework, con validità fino al 2030, ponendo i pilastri per un futuro più sostenibile a lungo termine.