A Mosca, un nuovo e sconvolgente omicidio ha scosso la capitale russa. L’episodio, che ha visto vittime il generale Igor Kirillov, capo delle truppe di difesa nucleare, radiologica, chimica e biologica dell’esercito russo, e il suo vice, si è verificato quando una bomba è esplosa nei pressi di un edificio residenziale. Secondo quanto comunicato dal Comitato Investigativo russo, l’ordigno, nascosto su un monopattino elettrico, è stato attivato in viale Riazanski, a Mosca, causando la morte immediata dei due alti ufficiali mentre stavano lasciando un palazzo.

Le indagini sono già in corso per far luce sui dettagli dell’attentato, considerato un atto terroristico con implicazioni di omicidio e traffico illegale di armi. Le autorità stanno collaborando con esperti forensi e operatori dei servizi di emergenza per raccogliere prove e testimonianze utili a ricostruire l’accaduto. Le immagini condivise su alcuni canali Telegram russi mostrano macerie davanti all’edificio colpito e i corpi delle vittime adagiati sulla neve insanguinata, in una scena che ha scioccato l’opinione pubblica.

Le tensioni intorno a Kirillov non erano recenti. Il generale era stato accusato dal Regno Unito lo scorso ottobre di aver impiegato armi chimiche in Ucraina, accuse che Mosca ha categoricamente respinto. Appena un giorno prima dell’attentato, il Servizio di sicurezza ucraino Sbu aveva formalmente accusato il generale di utilizzare armi proibite, affermando che le forze russe avrebbero fatto ricorso alla cloropicrina, un gas già impiegato storicamente, estremamente nocivo e vietato dalle convenzioni internazionali.

Il ministero degli Esteri russo, attraverso la portavoce Maria Zakharova, ha espresso il proprio rammarico per la scomparsa di Kirillov, definendolo una persona di grande coraggio. Zakharova ha affermato che il generale aveva fermamente denunciato le presunte provocazioni della NATO, coinvolgendo armi chimiche in Siria e altre attività illecite attribuite ai Paesi occidentali. In sintesi, la morte di Kirillov risveglia antiche tensioni e pone nuove domande sugli equilibri geopolitici e sulla sicurezza a Mosca.

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