Il generale Igor Kirillov, responsabile della lotta al Covid e noto per la sua attività di propaganda contro l’Ucraina, è stato ucciso in un attentato a Mosca, rivendicato da Kiev. Tra i molteplici incarichi di Kirillov figurava la gestione degli aiuti russi a Bergamo durante la pandemia, un’operazione controversa denominata “Dalla Russia con amore”. Pur ricoprendo il ruolo di capo della Difesa nucleare, radiologica, chimica e biologica, la sua influenza in ambito nucleare era limitata, dato che il Cremlino controlla queste politiche strategiche.

Dal febbraio 2022, con l’inizio delle ostilità, Kirillov si era imposto come una figura chiave nella campagna di demonizzazione dell’Ucraina. Attraverso apparizioni presso la Duma e in televisione, egli aveva l’obiettivo di instillare paura tra i cittadini russi denunciando presunti crimini di guerra ucraini. Tra le sue accuse, la più clamorosa riguardava l’ipotetico impiego di zanzare infette da parte di droni americani per diffondere malattie tra le truppe russe. Altre denunce includevano la presunta disponibilità di armi chimiche da parte delle forze ucraine.

Tali affermazioni, più che semplici stategie di propaganda, erano percepite da Kiev come accuse di complicità nell’uso di armi chimiche, rendendo Kirillov un bersaglio legittimo per le operazioni di controspionaggio ucraine. L’attentato contro di lui è avvenuto poco dopo l’avvio di un processo penale da parte dell’Ucraina, che lo riteneva colpevole di aver ordinato ripetutamente l’utilizzo di munizioni chimiche lungo il fronte del conflitto.

L’uccisione di Kirillov, avvenuta per un ordigno esplosivo all’ingresso della sua abitazione a Mosca, mette in risalto un crescente problema di sicurezza interna in Russia. Altri omicidi recenti, come quello dell’ingegnere Mikhail Shatsky e del direttore della prigione Sergei Yevsivkov, dimostrano una vulnerabilità interna che preoccupa sia politica che opinione pubblica. La sicurezza in Russia appare ogni giorno di più permeabile a minacce esterne, il che suscita un dibattito sulla necessità di rafforzare tali misure interne.

Le reazioni a questo attentato, particolarmente vivaci sui canali Telegram patriottici, evidenziano il nervo scoperto del Cremlino in materia di insicurezza nazionale. Il sito Rybar, vicino al ministero della Difesa, ha sottolineato la necessità di non sottovalutare il potenziale di azioni nemiche anche entro i confini russi. L’omicidio del generale Kirillov diventa quindi un simbolo delle sfide di sicurezza che la Russia si trova oggi ad affrontare.

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