Un’operazione militare israeliana a Jenin, in Cisgiordania, ha portato alla morte di sette palestinesi e al ferimento di altri 35. Lo ha annunciato il ministero della Sanità palestinese, come riportato dall’agenzia Wafa. Contestualmente, il capo di stato maggiore di Israele, Herzi Halevi, ha comunicato al ministro della Difesa, Israel Katz, la sua intenzione di andare in pensione nel marzo 2025, assumendosi la responsabilità del fallimento dell’Idf del 7 ottobre.
Nel frattempo, Hamas ha chiesto ai palestinesi in Cisgiordania di intensificare la lotta contro le forze israeliane, a seguito dell’operazione a Jenin. L’organizzazione ha sollecitato un’escalation per contrastare quello che definisce “terrorismo dei coloni e di Israele”. L’appello includeva la mobilitazione per contrastare l’operazione congiunta tra Idf e Mossad denominata “Muro di Ferro”, volta a combattere le infrastrutture terroristiche.
L’Autorità nazionale palestinese ha aggiornato il bilancio dei morti a sei, sottolineando che le operazioni militari negli ultimi giorni hanno visto diverse vittime e feriti. Secondo il premier israeliano Benyamin Netanyahu, l’operazione “Muro di Ferro” è funzionale a rafforzare la sicurezza in Cisgiordania e affrontare minacce nell’intera area mediorientale.
In risposta alla situazione umanitaria, dall’Egitto sono entrati nella Striscia di Gaza 260 camion di aiuti, compresi mezzi carichi di carburante. La distribuzione di aiuti umanitari è stata resa possibile dall’accordo di cessate il fuoco.
Le tensioni restano alte anche nelle altre parti della Cisgiordania, dove i coloni israeliani hanno attaccato villaggi palestinesi, e l’esercito ha confermato episodi di violenza contro le forze di sicurezza. Le autorità israeliane prevedono di permettere, la prossima settimana, il ritorno dei residenti palestinesi nella parte settentrionale di Gaza, se l’accordo di cessate il fuoco verrà rispettato da Hamas.
Intanto, l’Iran si è dichiarato a favore di un cessate il fuoco permanente a Gaza, sottolineando la necessità di un ritiro completo delle forze israeliane dall’enclave. Mentre a livello diplomatico, proseguono i tentativi di riprendere il dialogo sul nucleare iraniano, con l’Iran pronto a rilanciare i negoziati per l’accordo del 2015.
Di fronte a questo scenario complesso, le tensioni e le operazioni militari continuano a dominare la scena in Medio Oriente, facendo aumentare ulteriormente l’instabilità nella regione.