Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha recentemente espresso derisione nei confronti del capo della politica estera dell’Unione Europea, Kaja Kallas, qualificando la sua dichiarazione di sostegno all’Ucraina come “triste” e “inutile”. In un post pubblicato su una piattaforma social, Orbán ha etichettato la dichiarazione emessa dal gruppo Weimar+, inclusivo di diverse nazioni tra cui Francia, Germania, Italia e Regno Unito, come un segno di “cattiva leadership” da parte di Bruxelles.
La dichiarazione in questione proclamava un’unità di intenti nel sostenere l’Ucraina, enfatizzando l’impegno a supportare l’integrità territoriale del paese fino al raggiungimento di una pace stabile e duratura. Tuttavia, Orbán ha sottolineato la sua disillusione, accusando le istituzioni europee di produrre affermazioni prive di valore concreto mentre negli Stati Uniti e in Russia si esplorano vie diplomatiche per stabilire la pace.
Orbán ha criticato aspramente l’atteggiamento dell’UE, che secondo lui persiste nel supportare la continuazione del conflitto fino al raggiungimento di una soluzione che usa la forza, definendolo un approccio moralmente e politicamente discutibile. L’incontro tra Orbán e il presidente russo Vladimir Putin, avvenuto l’anno precedente a Mosca, è stato un tentativo di negoziare la pace per l’Ucraina, ma non ha prodotto i risultati sperati e ha suscitato critiche sia da Kiev che dalla leadership europea.
In seguito a quell’incontro, Kaja Kallas ha lanciato dure critiche verso Orbán, accusandolo di strumentalizzare la presidenza ungherese del Consiglio dell’UE per fini personali e ribadendo che il primo ministro, durante la sua visita a Mosca, non rappresentava le posizioni ufficiali dell’Unione Europea. Tale tensione evidenzia le profonde divisioni e le diverse visioni all’interno dell’UE riguardo al conflitto in Ucraina e sottolinea il complesso equilibrio diplomatico e politico che la questione richiede.
