Gli ordini esecutivi emanati dal Presidente Donald Trump, all’inizio del suo nuovo mandato, hanno suscitato un’ondata di inquietudine tra i lavoratori federali. Tali direttive mirano a riformare l’apparato governativo, minando le tutele lavorative esistenti, ponendo fine al lavoro a distanza e imponendo un blocco delle assunzioni. In particolare, c’è forte preoccupazione a causa della rimozione dei programmi di diversità, che ha portato alcuni dipendenti a finire in congedo amministrativo.
La situazione è particolarmente critica al Dipartimento di Stato, dove, sebbene la soppressione dei programmi di diversità fosse attesa, molti sono stati sorpresi dall’incarico di segnalare i cambiamenti nelle descrizioni lavorative associate alla diversità a un indirizzo e-mail dedicato dell’Ufficio di Gestione del Personale, interpretato da alcuni come un invito a sorvegliare i colleghi. Negli ultimi mesi, alcuni dipendenti, preparandosi al ritorno di Trump, hanno iniziato a collaborare con organizzazioni non profit esterne, temendo la possibile rimozione di siti web dall’amministrazione.
La risposta all’interno del governo è stata varia. Alcuni impiegati pensano di dimettersi, altri stanno riflettendo di presentare lamentele sindacali o di spostare le loro comunicazioni su piattaforme sicure. Intanto, gli impiegati della NASA hanno visto un incremento dell’adesione sindacale in vista del nuovo mandato presidenziale, cercando protezione come personale civile.
Sul versante legale, l’avvocato Alan Lescht ha notato un aumento delle telefonate da parte di impiegati federali in ansia per il loro futuro, a partire dal giorno in cui Trump ha iniziato a firmare gli ordini esecutivi. Lescht ha sottolineato che, licenziando impiegati in periodo di prova, l’amministrazione può evitare le accuse legate alla discriminazione o ad altre irregolarità.
Per i dipendenti, la situazione è incerta. Mentre alcuni attendono l’attuazione concreta degli ordini per valutare la propria posizione, molti vivono nel timore che questi rappresentino un passo verso il ridimensionamento della burocrazia federale. L’American Federation of Government Employees ha dichiarato di sorvegliare come le agenzie metteranno in pratica gli ordini, pronta a intervenire in caso di violazioni contrattuali.
Nel frattempo, un impiegato dell’Agenzia per la Protezione Ambientale ha manifestato l’intenzione di presentare una lamentela sindacale se perderà il diritto al lavoro a distanza, mentre un altro impiegato ritiene che i cambiamenti significativi potrebbero avvenire solo dopo marzo, con la scadenza della legge di bilancio a breve termine.
Infine, nuovi assunti che ancora non hanno iniziato il loro lavoro vedono le loro offerte ritirate, salvo eccezioni, secondo altre disposizioni dell’OPM sull’assunzione federale. Questa situazione contribuisce ad accrescere l’ansia tra i lavoratori federali, incerti su cosa il futuro abbia in serbo per loro.