A Haiti, un terribile massacro ha scosso la comunità di Port-au-Prince. Più di 180 membri appartenenti alla comunità vudù sono stati barbaramente uccisi nel corso del fine settimana. Il responsabile di questa atrocità è stato identificato come il leader di una gang locale, che ha ordinato l’attacco ritenendo le vittime colpevoli della malattia di suo figlio. Questa notizia è stata confermata dal Comitato per la Pace e lo Sviluppo (Cpd), un’organizzazione civile attiva sul territorio.

La violenza delle bande è un problema persistente nella capitale haitiana, dove molte delle sue aree sono sotto il controllo di gruppi malavitosi. La furia del capo della banda è stata diretta verso gli anziani e i praticanti della religione vudù, accusati ingiustamente di aver lanciato un sortilegio malvagio sul suo bambino. Il Comitato per la Pace e lo Sviluppo ha descritto l’accaduto come un atto di punizione brutale e inspiegabile.

Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha espresso una forte condanna contro questa violenza definendola “orribile”. Secondo il suo portavoce, il bilancio delle vittime ammonta ad almeno 184 persone, tra cui molte donne e anziani. Questo episodio si inserisce in un contesto di instabilità crescente e soprusi impuniti che continuano a colpire il Paese caraibico, richiedendo urgente attenzione e azioni concrete da parte della comunità internazionale.

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