Il sorriso di Paola Amadei rappresenta al meglio la sua arma segreta: luminoso ma mai completamente decifrabile. È attraverso la determinazione unita alla gentilezza che Paola è riuscita a scalare i ranghi della diplomazia italiana, fino a ottenere la prestigiosa promozione ad ambasciatrice di grado per meriti speciali. Questo riconoscimento, assegnatole ieri, è un omaggio dovuto per l’impeccabile lavoro svolto a Teheran a sostegno di Cecilia Sala.
Paola Amadei, prima donna a dirigere l’ambasciata italiana in Iran, si distingue in un contesto complesso e spesso ostile alle donne. Infatti, solo cinque donne a livello mondiale guidano le ambasciate italiane, e l’opera di Amadei assume ancora più valore se si considera il contesto repressivo in cui opera, dove anche un velo indossato in modo non conforme può costare la vita, come nel tragico caso di Masha Amini.
Quando Cecilia Sala è stata arrestata, l’ambasciatrice Amadei ha immediatamente compreso la gravità della situazione e non ha esitato a interrompere le sue vacanze natalizie per tornare a Teheran e mobilitarsi in sua difesa. Allertata dalla Farnesina mentre si trovava a Roma, è rientrata con determinazione, consapevole dei pericoli che la giornalista, per il solo fatto di essere donna, stava affrontando.
Spinta da un forte senso del dovere, Paola Amadei ha affrontato intensi colloqui con alti funzionari del governo iraniano: ha discusso con il capo del ministero degli Esteri, il direttore generale degli affari europei e il viceministro degli Affari politici, esortandoli ripetutamente a liberare la giornalista. Sebbene gli incontri non siano stati semplici, mai si è data per vinta, dimostrando un’incrollabile determinazione nel superare questa oscura vicenda.
Incontrare Cecilia nel carcere di Evin non è stato meno difficile. Disponeva solo di trenta minuti per vedere la giornalista, a cui ha lasciato un pacco contenente abiti, occhiali e generi di conforto, ma purtroppo mai giunto a destinazione. Grazie alla sua inflessibile dedizione, Amadei è riuscita a rimanere aggiornata sulla situazione della Sala, nonostante gli ostacoli.
Il riconoscimento ufficiale è giunto per merito del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha proposto l’assegnazione dell’onorificenza per i servizi resi. A sessant’anni, quest’onorificenza celebra una carriera iniziata a ventotto anni come diplomatica, culminata in un percorso che l’ha vista occupare ruoli di crescente responsabilità da Singapore a Bruxelles fino alla nomina ad ambasciatrice.
Sotto il richiamo delle celebrazioni, Paola Amadei ha ricevuto telefonate e messaggi di congratulazioni dai colleghi di tutto il mondo, a testimonianza del suo impatto e del suo contributo in un ambito tanto delicato quanto impegnativo.