Il futuro politico di Pete Buttigieg, attuale ministro dei Trasporti fino al 20 gennaio, continua a suscitare interrogativi e speculazioni riguardo una sua eventuale candidatura alle presidenziali americane del 2028. Nonostante ciò, il suo entourage ha chiarito che Buttigieg non intende rispondere a domande in merito durante il suo mandato ancora in corso. La ricerca di nuovi leader all’interno del Partito Democratico, sconfitto nel recentissimo confronto elettorale con Donald Trump, emerge come una priorità, e Buttigieg, che nel 2020 aveva già tentato la corsa alla nomination, punta il proprio sguardo soprattutto su figure politiche locali, distanti dall’ambiente di Washington.
Durante un incontro con la stampa internazionale a New York, il ministro ha scolpito la propria visione rettamente politicizzata, in cui sottolinea l’importanza di proseguire il percorso intrapreso riguardo progetti infrastrutturali e altre iniziative cruciali. Ha evidenziato come moltissimi interventi avviati negli ultimi anni troveranno il loro compimento solo a fine decennio, infondendo fiducia nel fatto che i benefici saranno tangibili a lungo termine. Buttigieg ha posto l’accento sull’evoluzione economica del Midwest, la sua amata terra d’origine, mettendo in risalto l’eccezionale sviluppo del settore automobilistico che, grazie a investimenti voluti dall’attuale amministrazione, vede oggi l’erigersi di nuove infrastrutture di portata storica.
L’ex candidato ha rimarcato la difficoltà di ottenere un immediato riconoscimento politico per riforme significative, un chiaro esempio ne è l’Affordable Care Act, una legge di Obama a lungo contestata ma infine divenuta popolare anche tra i repubblicani. La medesima lungimiranza è intravista nei provvedimenti riguardanti le spese mediche, che a breve porteranno vantaggi concreti.
Interrogato sulla situazione attuale degli Stati Uniti, Buttigieg ha espresso un sentimento d’incertezza misto a speranza. Ha riflettuto su come il Paese stia ancora affrontando le ripercussioni socio-psicologiche della pandemia, pur riconoscendo i progressi ottenuti, soprattutto nella politica industriale nazionale. Il ministro uscente paragona il momento attuale alla visione ravvicinata dell’Empire State Building, dove, sebbene sia tangibile, non se ne riesce a cogliere appieno la forma; in quest’analogia risiede la complessità e le molteplici sfide del contemporaneo panorama americano. A conclusione del suo mandato, Buttigieg dichiara la propria volontà di dedicarsi a temi a lui cari, sia che ciò avvenga nell’ambito politico, sia in un versante diverso della sua esistenza.