A Berlino, i parlamentari tedeschi si trovano davanti a un argomento delicato e controverso: discutere il potenziale divieto del partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD). Questa discussione, che si inserisce in un contesto politico già complesso a poche settimane dalle elezioni nazionali, solleva dibattiti non solo tra critici del partito, ma anche all’interno degli stessi sostenitori dell’idea.

Carmen Wegge, membro del Partito Socialdemocratico (SPD), ritiene essenziale che la cittadinanza riconosca il pericolo rappresentato dall’AfD per la democrazia e sottolinea l’importanza del dibattito nel Bundestag. Tuttavia, figure di rilievo, incluso il Cancelliere Olaf Scholz, esprimono preoccupazioni. Scholz avverte che un tentativo mal ponderato di estromettere il partito potrebbe ritorcersi contro.

La proposta, che sarà oggetto di discussione giovedì, chiede che il vertice della Germania analizzi se l’AfD agisca in modo contrario alla Costituzione, passo iniziale verso il divieto legale. Tale iniziativa risulta particolarmente delicata nel momento in cui Friedrich Merz, candidato conservatore per la cancelleria, cerca di ottenere il sostegno dell’AfD per una legislazione più rigida sull’immigrazione, sfidando la cosiddetta “barriera antincendio” eretta dai partiti principali per arginare l’avanzata del partito di estrema destra.

I fautori di questo divieto ritengono necessario sfruttare ogni strumento previsto dalla Costituzione per arginare quella che vedono come una seria minaccia alla democrazia. Esistono timori, tuttavia, che questa discussione possa rafforzare l’AfD, alimentando la narrativa che i partiti tradizionali tentano di minare la volontà popolare. L’AfD, che ha guadagnato posizione nei sondaggi nazionali con il 20% delle preferenze, sostiene che i suoi oppositori rivelino un atteggiamento antidemocratico attraverso simili iniziative.

La Costituzione tedesca, concepita per evitare il ripetersi di un regime totalitario come quello nazista, prevede la possibilità di vietare partiti che minacciano l’ordine democratico. Nella storia della Germania, il divieto è stato applicato in rare occasioni: ai neofascisti del Reich Socialista nel 1952 e al Partito Comunista di Germania nel 1956. Più di recente, tentativi di bandire il National Democratic Party (NPD), un partito neonazista, non hanno avuto fortuna.

L’AfD, che ha ottenuto seggi nel Bundestag a partire dal 2017, si è radicalizzato ulteriormente, con alcuni suoi membri dichiarati estremisti da enti di sicurezza interni. La richiesta di un divieto si è intensificata dopo rivelazioni che esponenti del partito avevano partecipato a summit estremisti mirati a piani di deportazione di massa.

Attualmente, i sostenitori della proposta di divieto tra SPD, Verdi e CDU non dispongono dei voti necessari per garantirne il passaggio. Tuttavia, ribadiscono l’urgenza di mettere in luce l’estremismo dell’AfD nell’imminenza delle elezioni. Diversi avvertono, tuttavia, che la lotta contro l’AfD debba svolgersi nelle urne, evitando di far apparire il partito come una vittima.

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