In Slovacchia si sta assistendo a un movimento di protesta filo-occidentale in forte crescita, in risposta alle politiche pro-Mosca del Primo Ministro Robert Fico. Venerdì scorso, circa 110.000 persone hanno preso parte a manifestazioni in 41 città slovacche e in altre 13 città in Europa. La capitale Bratislava ha visto la partecipazione di 42.000-45.000 manifestanti, mentre oltre 20.000 persone si sono radunate a Košice, secondo le stime di SafetyCrew, un’agenzia specializzata in sicurezza per eventi. Le recenti proteste hanno coinvolto anche piccole località rurali, tradizionali sostenitrici del partito di sinistra Smer di Fico.

Milo Janáč, 49 anni, ha raccontato come due settimane fa, viaggiando in treno da Bratislava verso la sua città natale di Gelnica, sia rimasto colpito da un’intervista. La maestra Eva Wolfová sottolineava che la vera svolta sarebbe stata vedere 300 persone manifestare in una cittadina come Gelnica, tradizionalmente a sostegno di Fico. La cittadina, storicamente mineraria e con radici tedesche, è situata tra le montagne dell’Ore. Con un salario medio lordo mensile tra i più bassi in Slovacchia, Gelnica rappresenta un simbolo del malcontento crescente nei confronti del governo. L’impulso di Janáč di organizzare manifestazioni locali ha segnato un cambiamento nella percezione politica nelle aree tradizionalmente schierate con Fico.

Il ritorno al potere di Fico nel 2023, dopo essere stato membro del Partito Comunista durante il regime cecoslovacco, ha coinvolto la Slovacchia in una politica estera filorussa. Questa direzione ha sollevato preoccupazioni tra molti cittadini, che temono un ritorno a vecchi legami con il Cremlino. Le accuse di Fico riguardo a interferenze straniere nelle proteste, in particolare da parte di agenti georgiani e del controspionaggio ucraino, hanno aggiunto tensione al clima politico. Tuttavia, Janáč e altri leader delle proteste sottolineano che l’obiettivo principale è evitare che la Slovacchia si allontani ulteriormente dai valori europei.

Il malcontento si estende anche a questioni interne come l’istruzione e la sanità, aspetti in cui il Paese è stato duramente colpito sotto i governi di Fico. La percezione di un declino economico, da economia emergente a una delle più povere dell’Unione Europea, aggiunge ulteriore pressione sulla leadership attuale. Durante le manifestazioni, figure di spicco come Milan Kňažko hanno esortato i cittadini a opporsi a un ritorno al passato, proteggendo il futuro delle nuove generazioni.

Lucia Štasselová di Mier Ukrajine, organizzatrice delle proteste, ha dichiarato che Fico rappresenta il principale attore nella promozione della guerra ibrida russa in Slovacchia. Nonostante queste accuse, Fico ha citato rassicurazioni da parte dell’Unione Europea sulla cooperazione con il governo slovacco. Tuttavia, il crescente movimento di protesta indica una significativa spaccatura nel consenso verso la leadership di Fico, suggerendo che le dinamiche politiche interne slovacche potrebbero essere a un punto di svolta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *