Nel corso della sua campagna presidenziale, Donald Trump aveva promesso di ridurre il costo della vita per gli americani, un impegno che si rivela ora più complicato del previsto. Il governo federale dispone di strumenti limitati per abbassare i prezzi su larga scala, se non a costo di ridurre drasticamente l’attività economica e rischiare una recessione. Anche l’attuazione di misure mirate a settori specifici, come quello alimentare, presenta notevoli difficoltà.

In uno dei primi atti firmati da Trump al suo ritorno alla presidenza, si evidenzia l’intenzione di puntare sulla deregolamentazione come mezzo per ridurre i costi. Tuttavia, sebbene questo possa aumentare i profitti aziendali e, in alcuni casi, stimolare la crescita economica, non vi è alcuna garanzia che le imprese trasformeranno questi vantaggi in una riduzione dei prezzi per i consumatori. A ciò si aggiunge la controversa pressione esercitata da Trump sulla Federal Reserve per abbassare i tassi d’interesse, anche se la Fed stessa sembra restia a modificare la sua linea attuale che prevede tassi elevati come strumento per controllare l’inflazione.

Le sfide economiche con cui Trump deve confrontarsi non si limitano al controllo dei prezzi interni: ad esempio, il prezzo delle uova è salito notevolmente a causa di un’epidemia di influenza aviaria. Inoltre, le sue promesse di incrementare la produzione di petrolio per abbassare i costi del carburante si scontrano con le dinamiche di mercato, che vedono le compagnie petrolifere generalmente più propense a incrementare la produzione solo in risposta a prezzi più alti.

Nel panorama delle politiche commerciali, l’amministrazione sta discutendo l’applicazione di tariffe ampliabili sui beni importati, un movimento che potrebbe innescare ulteriori aumenti dei prezzi. E mentre le misure promozionali di Trump cercano di mantenere la fiducia nelle sue capacità di abbassare il costo della vita, i consumatori americani mantengono un atteggiamento scettico su questi sviluppi, come emerge da un sondaggio condotto dall’Associated Press-NORC Center for Public Affairs Research.

Determinato a rispondere a queste sfide, il governo Trump sta anche esplorando modalità per aumentare i salari reali come controstrategia per bilanciare i prezzi altalenanti. Nel frattempo, condizioni economiche più restrittive continuano a pesare su consumatori americani che si trovano ad affrontare alti costi di prestito per beni primari quali case e automobili.

Il percorso verso una significativa riduzione dei prezzi si prospetta complesso. Le politiche di espansione dell’offerta abitativa, menzionate nell’ordine esecutivo di Trump, potrebbero mitigare la crisi dell’accessibilità abitativa, ma sono ostacolate da regolamenti statali e locali. Mentre l’inflazione ha visto una riduzione a partire dal picco del giugno 2022, il progresso in tal senso si è arrestato di recente, suggerendo che la stabilizzazione attuale potrebbe perdurare ancora a lungo.

Le osservazioni di economisti del calibro di Martha Gimbel sottolineano le difficoltà intrinseche di ottenere sia bassi tassi di interesse che prezzi bassi, evidenziando la complessità della congiuntura economica attuale e l’impossibilità di ottenere soluzioni semplici a problemi così intricati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *