A Bruxelles emerge una nuova dinamica commerciale in cui Donald Trump, con la sua politica di tariffe elevate a favore dell’agenda nazionale americana, sta involontariamente incoraggiando l’Europa a rafforzare il suo ruolo di protagonista del libero scambio globale. Mentre gli Stati Uniti, tradizionali alleati europei, adottano un approccio più isolazionista, l’Unione Europea sta cercando di presentarsi come un partner commerciale solido e affidabile. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha sottolineato come diversi paesi stiano ora scegliendo l’UE come un interlocutore stabile, in un contesto commerciale mondiale sempre meno prevedibile.
Questa situazione risuona positivamente tra i paesi europei più inclini al libero scambio, come la Svezia e le nazioni nordiche e baltiche, che stanno vedendo un’opportunità di espandere le loro reti commerciali mentre gli Stati Uniti si ritirano parzialmente dalla scena. Il ministro del Commercio svedese, Benjamin Dousa, ha dichiarato che vi è una crescente urgenza di aprire nuovi corridoi commerciali e di definire nuovi accordi di libero scambio.
L’impatto delle tariffe imposte dall’amministrazione Trump, che varia dal 10 al 145% per paesi come la Cina, sta avendo ripercussioni negative sul commercio globale. L’OMC prevede una contrazione del commercio mondiale e l’UE sta tentando di compensare questi effetti accelerando i negoziati con paesi e blocchi economici come il Mercosur, il Messico, la Svizzera, e anche esplorando nuove possibilità con l’India e il CPTPP.
Il cambiamento di politica commerciale di Trump porta i paesi europei, tradizionalmente più cauti come la Francia, a riconoscere la necessità geopolitica di aprirsi a nuovi mercati. Anche se la Francia, ad esempio, aveva precedentemente visto l’accordo UE-Mercosur con sospetto, sta ora rivedendo la sua posizione in risposta alla pressione commerciale globale generata da Trump.
L’effetto a cascata dell’approccio di Trump si riflette su scala più ampia: mentre l’UE rafforza le sue relazioni con nuovi partner, le tensioni transatlantiche permangono, in particolare riguardo al commercio di beni in eccesso che potrebbero riversarsi in Europa. Anche se recenti visite diplomatiche, come quella del primo ministro italiano Giorgia Meloni alla Casa Bianca, suggeriscono possibilità di ripresa delle trattative, un accordo commerciale completo tra l’UE e gli Stati Uniti non sembra imminente.
Con il contesto normativo dell’UE che si è evoluto per includere standard più rigorosi su ambiente e diritti umani, riaprire trattative come il TTIP appare complesso. Secondo Jean-Luc Demarty, rilanciare tali negoziati non sarebbe vantaggioso. La complessità legata agli interessi divergenti tra Bruxelles e Washington continua a rappresentare una sfida significativa nel terreno sempre fluido della politica commerciale globale.