I grandi aerei da trasporto della Russia, come l’AN 124 e l’Ilyushin 76, sono stati impegnati in frequenti viaggi tra la base di Hmeimim, in Siria, e quella di al Khadima, in Libia. Questa movimentazione è stata analizzata dalla CNN e conferma quello che già era stato ipotizzato nei giorni successivi alla fuga del presidente Assad: il trasferimento di equipaggiamenti militari russi verso la Libia orientale. Nonostante questi trasferimenti siano stati solo parziali, l’incremento del personale militare russo nell’area è evidenziato dallo spostamento di missili antiaerei, radar e altri mezzi strategici.
Nel contesto libico, sono stati accolti circa 60 ufficiali siriani di alto grado appartenenti a vecchi regimi, il che segnala una coalizione sempre più stretta tra Libia e Siria sotto l’influenza del Cremlino. Sotto il controllo di Khalifa Haftar, la Cirenaica rappresenta per la Russia l’unica piattaforma stabile nel Mediterraneo, soprattutto in un periodo in cui il futuro delle basi in Siria rimane incerto.
La base di Hmeimim in Siria potrebbe ancora essere di rilievo, poiché alcuni degli aerei russi hanno fatto solo sosta ad al Khadima prima di dirigersi a Bamako, Mali. Qui, i soldati dell’Afrika Corps russa supportano il governo locale. La presenza russa è visibile anche nel sud della Libia, dove sono in corso lavori di ampliamento della struttura di Ma’atan As Sarah, un punto logistico strategico utilizzato per manovre militari e rifornimenti a gruppi insurrezionali.
Lo scenario strategico si complica con l’azione russa nel Sahel e un rinnovato interesse per il territorio libico, in un contesto di tensioni crescenti nel Mediterraneo. Attualmente, ci sono circa dieci unità navali russe dispiegate nell’area, mentre i lavori di aggiornamento delle infrastrutture portuali di Tobruk sembrano procedere a rilento rispetto a quelli di Tartous.
Il generale Haftar, leader controverso, potrebbe chiedere nuove forniture alla Russia. Tuttavia, deve affrontare anche la pressione dei paesi occidentali. Recentemente, il Capo di Stato Maggiore italiano, generale Luciano Portolano, ha incontrato Haftar a Bengasi, una testimonianza dell’interesse dell’Italia nella questione libica.
Intanto, nel Baltico, i finlandesi indagano sull’interruzione dei cavi di comunicazione subacquei, addossandone la colpa alla Russia, mentre le navi dell’Alleanza Atlantica sorvegliano attentamente i movimenti marittimi russi. Anche il cargo Sparta, dopo aver dichiarato problemi meccanici, ha compiuto manovre sospette nelle acque a sud della Sicilia. Parallelamente, la nave Yantar, sospettata di attività di spionaggio sotto copertura scientifica, ha navigato fino ad Alessandria d’Egitto. Questi eventi mostrano la complessità e la volatilità delle dinamiche geopolitiche correnti.