In seguito all’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte delle forze russe, il numero delle esecuzioni di prigionieri di guerra ucraini è in costante aumento. Una figura divenuta simbolica in Ucraina è quella di Oleksandr Matsievsky, un cecchino ucraino catturato nel primo anno di conflitto. Matsievsky è stato immortalato in un video in cui, mentre fuma una sigaretta accanto a una fossa che sembra aver dovuto scavare con le sue stesse mani, esclama “Gloria all’Ucraina!” prima di essere freddato dai suoi aguzzini.

Questo episodio rappresenta solo uno tra i molti simili in cui soldati ucraini sono stati giustiziati. Nell’ottobre di quest’anno, ad esempio, si è diffusa la notizia della fucilazione di nove militari ucraini catturati nella regione di Kursk. Le autorità ucraine stanno indagando su tali esecuzioni, tra cui un caso coinvolge una fotografia che ritrae corpi semi-nudi a terra. Tramite quest’ultima, i genitori di Ruslan Holubenko, operatore di droni e una delle vittime, sono stati in grado di identificarlo. “L’ho riconosciuto dall’intimo”, ha detto la madre a Suspilne Chernihiv, “L’avevo comprato per lui prima di una vacanza al mare. Ho anche notato che la sua spalla era stata colpita: era evidente nella foto”.

Numerose segnalazioni di esecuzioni avvenute in modi diversi sono al vaglio dei procuratori ucraini. Tra i casi più terrificanti figurano decapitazioni e l’uccisione di un soldato con mani legate, tramite una spada. Un video mostrava sedici soldati ucraini apparentemente allineati e falciati da colpi d’arma da fuoco automatici mentre si arrendevano. Alcune delle esecuzioni sono registrate dagli stessi russi e altre sono osservate da droni ucraini.

Nonostante le difficoltà nel determinare con precisione i luoghi, a causa dell’assenza di punti di riferimento nei video, alcune conferme sono giunte da BBC Verify. L’ufficio del procuratore generale ucraino segnala almeno 147 prigionieri di guerra ucraini giustiziati dall’inizio dell’invasione, di cui 127 quest’anno. Yuri Belousov sottolinea una crescita evidente di questi episodi, considerati come parte di una politica sistematica di esecuzioni.

La legge umanitaria internazionale, e segnatamente la Terza Convenzione di Ginevra, offre protezione ai prigionieri di guerra e qualifica queste esecuzioni come crimini di guerra. Tuttavia, le dichiarazioni del leader ceceno Ramzan Kadyrov, che aveva ordinato di “non prendere prigionieri”, accentuano l’impunità. Rachel Denber di Human Rights Watch evidenzia la mancanza di investigazioni ufficiali da parte della Russia circa questi crimini, poiché anche solo menzionare tali accuse nel paese comporta severe pene detentive.

Mentre anche le forze ucraine sono accusate, in misura minore, di simili atrocità, il governo di Kiev sta esaminando attentamente tali denunce. Ad oggi, tuttavia, non vi sono stati arresti. Le violazioni commesse dai russi dall’inizio dell’invasione a febbraio 2022 sono associate a crimini di guerra o crimini contro l’umanità, un retaggio che porta molti soldati ucraini a preferire la morte alla cattura, come racconta la madre di Holubenko, ancora in attesa di notizie sul figlio dichiarato disperso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *