Nei tempi recenti, la guarida costiera finlandese, sotto la guida del vicecomandante Ilja Iljin, è stata costretta ad affrontare nuove sfide derivanti dall’aggressività russa. Prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, Iljin si concentrava principalmente sul salvataggio di naufraghi in difficoltà. Tuttavia, le minacce di sabotaggio sono aumentate, costringendo a una maggiore vigilanza contro i potenziali attacchi alle infrastrutture vitali.

Sotto la supervisione di Iljin, un imponente dispiegamento di risorse tecnologiche e umane viene impiegato per monitorare la vasta superficie del Golfo di Finlandia, un’area grande quanto il Belgio. Questa forza è composta da radar, telecamere, imbarcazioni, elicotteri e aerei, tutti dedicati all’individuazione di attività sospette nei confronti dei cavi sottomarini che garantiscono servizi essenziali di comunicazione e energia per l’Europa. Nonostante queste misure, episodi di sabotaggio si sono verificati almeno sei volte nel Mar Baltico dal 2022, con 11 cavi sottomarini danneggiati dal 2023.

Il danno non ha ancora causato gravi interruzioni, ma la preoccupazione è crescente. In caso di attacchi più coordinati, le conseguenze potrebbero essere disastrose, mettendo a rischio la sicurezza energetica e le comunicazioni dell’Europa. L’esplosione dei gasdotti Nord Stream è stato un rilevante campanello d’allarme per i governi europei, nonostante le indagini ancora in corso.

Le vulnerabilità dei cavi sottomarini, sia per le telecomunicazioni che per l’energia, vengono sfruttate a causa della loro facilità di accesso. I cavi sono relativamente fragili e operazioni di sabotaggio possono essere effettuate con costi contenuti, complicando la sorveglianza in modo continuativo vista l’immensità dell’area da monitorare.

L’UE e la NATO stanno vagliando soluzioni per consolidare la sicurezza delle loro infrastrutture, attraverso l’acquisto di cavi di riserva, droni e l’incremento della sorveglianza militare. Tuttavia, la situazione è aggravata dalle posizioni critiche di Donald Trump nei confronti delle alleanze storiche degli Stati Uniti, che instillano dubbi sul sostegno americano in un eventuale conflitto maggiore.

Nonostante l’assenza di prove concrete contro la Russia, le sue azioni o la percezione di queste, stanno contribuendo a un clima di tensione e incertezza nei paesi europei. L’insinuazione di azioni russe negli attacchi o sabotaggi, anche se indirette o tramite alleati, solleva la possibilità di un conflitto su una “zona grigia”, un’escalation strategica senza dichiarare guerra apertamente.

La delicatezza della situazione e l’impatto psicologico sugli europei non devono essere sottovalutati. Anche se fino ad ora la risposta dei mercati energetici è stata resiliente, il timore di disordini maggiori è reale e preoccupazioni simili si riflettono nelle dichiarazioni di figure come Žygimantas Vaičiūnas, ministro dell’Energia lituano.

Nell’affrontare queste sfide, i paesi europei e le loro alleanze devono quindi rafforzare le loro capacità di risposta e trovare un equilibrio tra sicurezza e collaborazione, per scongiurare il rischio di destabilizzazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *