Il presidente russo Vladimir Putin ha inviato i suoi auguri di Capodanno a una selezione di figure di spicco a livello mondiale, tra le quali figura anche papa Francesco. Non sorprende trovare nella lista anche l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, noto per i suoi legami di amicizia con il Cremlino e Gazprom. Presenti poi il premier ungherese Viktor Orbán, il capo del governo slovacco Robert Fico e il presidente serbo Aleksandar Vučić, leader europei spesso accusati di essere troppo accondiscendenti nei confronti di Mosca. In questa speciale lista, mancano però gli auguri per i leader delle nazioni considerate “non amiche”, a partire dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Curiosamente, anche Donald Trump è stato escluso dalla missiva, forse segnale di una riflessione in corso nei piani alti del Cremlino su potenziali sviluppi sfavorevoli con una futura amministrazione Trump.

Nel frattempo, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov aveva già espresso un netto rifiuto verso alcune proposte di pace in Ucraina avanzate da membri della squadra di Trump. Dalla parte russa, il portavoce Dmitrij Peskov ha ribadito che attualmente non esistono condizioni adeguate per porre fine al conflitto ucraino, nonostante lo scambio di prigionieri che ha visto 189 ucraini liberati in cambio di 150 russi.

Le scelte di Putin e dei suoi collaboratori, come gli auguri indirizzati al leader dell’Ossezia del Sud e omessi verso l’Abkhazia, sembrano strategiche. Recentemente, quest’ultima ha visto il proprio presidente dimettersi in seguito a disordini popolari scatenati da un accordo economico con la Russia, percepito come un tentativo di colonizzazione. Nulla è stato inviato in Siria, come se Mosca preferisse dimenticare la sua presenza in quel paese. Nemmeno il nuovo leader di Damasco né l’ex presidente Nicolas Sarkozy, il quale era stato destinatario di un messaggio l’anno precedente, hanno ricevuto l’attenzione del Cremlino.

Nel contesto europeo, si delinea una complessa situazione di conflitto ibrido, con Mosca che utilizza varie tattiche per esercitare pressione, come il taglio delle forniture di gas alla Moldavia, desiderosa di avvicinarsi all’Unione Europea e alla NATO. A ciò si aggiungono attività sospette come gli attacchi informatici in diversi paesi, inclusa l’Italia, e i misteriosi incidenti che hanno coinvolto cavi sottomarini, con interruzioni nei collegamenti elettrici e digitali. Recentemente, in Finlandia sono stati rilevati segni di un’ancora trascinata sul fondale, potenzialmente collegata a una nave di interesse russo.

Con un quarto di secolo al potere, Putin avrebbe probabilmente desiderato celebrazioni differenti. Originariamente ereditò la posizione da Boris Eltsin con prospettive molto diverse rispetto all’attuale scenario. Oggi, il Cremlino si trova affiancato essenzialmente da ex repubbliche sovietiche, dalla Cina, guardiana delle sue risorse, e da paesi come Corea del Nord, Iran e Venezuela. Peskov ha sottolineato che Putin non ha incontrato leader mondiali presso il Cremlino, mentre si è limitato a contattare gli azeri per scusarsi del recente incidente aereo che ha coinvolto un apparato nello spazio aereo russo. Intanto, cresce tra i paesi europei una volontà di adesione alla NATO, con Cipro che, secondo quanto affermato dal suo presidente, entrerebbe nell’alleanza “domani, se potesse”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *