Le possibilità per istituire una forza internazionale di pace che monitori un possibile cessate il fuoco in Ucraina sono molteplici, variando da un coinvolgimento minimo a uno massimo. Tuttavia, la necessità di assistenza americana rimane imprescindibile.

Precedenti esperienze non sono incoraggianti. In seguito agli accordi di Minsk del 2014, l’OSCE fu incaricata di sorvegliare la cessazione delle ostilità tra l’Ucraina e i separatisti filo-russi nel Donbass. Nonostante disponesse di mille membri, il suo impatto fu limitato, con recurring violazioni della tregua e un’incapacità di prevenire l’invasione russa nel 2022. Attualmente, il compito appare ancora più complesso. Mentre nel 2014 l’OSCE operava su un fronte ridotto, oggi la sfida comprende l’intero confine tra Ucraina e Russia, presidiato da eserciti regolari. Tuttavia, la moderna tecnologia, come droni e satelliti, offre strumenti di sorveglianza che un decennio fa non erano disponibili.

Le opzioni possibili variano. Una minima coinvolgerebbe paesi come Gran Bretagna e Francia nell’addestramento delle forze ucraine, mantenendosi lontane dal presentarne come dispiegamento Nato. Questa scelta, però, pone il rischio di un rapido ritiro in caso di emergenze, come avvenuto nel 2022. Un’alternativa intermedia prevede l’inclusione di un contingente multinazionale nelle forze ucraine, posizionato vicino al confine, per fornire supporto difensivo. Questa disposizione potrebbe incentivare un coinvolgimento più marcato se necessario. L’opzione massima contempla il dispiegamento di 30.000 soldati internazionali per proteggere città e infrastrutture critiche, monitorando le potenziali violazioni russe tramite tecnologia avanzata. Tuttavia, una tale mossa richiederebbe probabilmente l’approvazione delle Nazioni Unite, con la Russia che detiene un potenziale veto.

Un’altra possibilità sarebbe il dispiegamento di una brigata di assalto aereo, capace di rispondere rapidamente alle minacce. L’idea più remota potrebbe essere la creazione di una zona demilitarizzata lungo l’attuale fronte, similmente a quanto avvenuto in Corea e a Cipro, che ha preservato la pace per decenni.

Nonostante queste opzioni, la situazione rimane incerta senza il supporto degli Stati Uniti. Il primo ministro britannico ha già sottolineato che non invierebbe truppe senza la garanzia americana. Solo l’impegno di Donald Trump può conferire concretezza e credibilità a un’iniziativa di pace in Ucraina, dato che una forza europea, per quanto robusta, manca delle capacità operative garantite dalla tecnologia americana.

Tutte queste opzioni, quindi, dipendono ampiamente dal ruolo degli Stati Uniti, essendo determinanti per la creazione di una presenza di pace sostenibile in Ucraina.

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