Gli Stati Uniti hanno lanciato un’iniziativa senza precedenti nell’ambito dell’intelligenza artificiale, mettendo in chiaro la loro determinazione a dominare il settore nei prossimi anni. Il progetto, fortemente voluto dal presidente Donald Trump, prevede un investimento di mezzo trilione di dollari per creare l’infrastruttura necessaria, a partire da un data center in Texas. Questa mossa ha lasciato l’Europa sbalordita, poiché il vecchio continente aveva sperato di utilizzare l’IA per riconquistare la leadership globale.
La reazione in Europa è stata immediata. Christian Miele, socio generale della società di venture capital Headline, ha descritto il piano americano come “uno schiaffo in faccia”, mettendo in evidenza l’enorme divario di ambizione tra le due sponde dell’Atlantico. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha riconosciuto l’importanza di rendere l’UE un leader nell’innovazione in AI, un progetto che mira a contrastare l’avanzata degli Stati Uniti e della Cina. Anche Emmanuel Macron, presidente francese, sta spingendo per un obiettivo simile, con un vertice internazionale sull’IA previsto il mese prossimo.
Il disegno statunitense, denominato Progetto Stargate, è colossale e viene sostenuto da un investimento iniziale di 100 miliardi di dollari. Tra i partner figurano giganti del settore come OpenAI, Oracle, MGX e la designer di chip Nvidia, oltre alla collaborazione di Microsoft tramite i suoi servizi cloud Azure. Una collaborazione di tale portata è invidiata dall’Europa, che non possiede aziende di IA in grado di raccogliere simili capitali.
Infatti, i frammentati mercati finanziari europei rappresentano un ostacolo significativo per le startup della regione. La capacità di attrarre investimenti privati risulta limitata, mentre i prezzi elevati dell’energia, accentuati dal conflitto in Ucraina, complicano ulteriormente la competizione con i rivali americani. Donald Trump, al contrario, ha avanzato l’emergenza energetica nazionale per incentivare la produzione di gas e petrolio, sostenendo infrastrutture energivore come i data center dedicati all’IA.
Nonostante l’investimento di 1,5 miliardi di euro stanziato dall’UE per costruire supercomputer destinati all’addestramento di modelli di intelligenza artificiale, il confronto con l’iniziativa americana rimane impari. Holger Hoos, professore di IA, ha sottolineato che l’impegno dell’UE è di “diverse dimensioni inferiore” rispetto a quanto annunciato dagli Stati Uniti, evidenziando la mancanza di ambizione dell’Europa.
Per l’UE, il rischio è di ritrovarsi in una posizione di retroguardia riguardo ai progressi nell’IA. Nel tentativo di colmare il divario, aura Salla, membro del Parlamento europeo, ha sollecitato un’attenzione urgente sui mercati finanziari, mentre altri rappresentanti e gruppi di lobby chiedono riforme strutturali per incentivare l’innovazione.
In risposta a queste sfide, la Commissione Europea sta preparando una serie di iniziative politiche, alcune delle quali verranno presentate a breve. Tuttavia, senza un investimento comparabile, l’Europa rischia di dover ridimensionare le sue ambizioni. Giorgos Verdi, ricercatore politico, ha sollevato la questione sulla necessità di riconsiderare le capacità del continente nel competere a livello globale con colossi come gli Stati Uniti.