Mark Zuckerberg è stato il primo a fare un passo verso Donald Trump, nonostante le minacce ricevute in passato dal tycoon. Quest’estate, Trump aveva pubblicamente avvertito il fondatore di Meta che sarebbe finito in prigione se le piattaforme Facebook e Instagram avessero favorito Kamala Harris. Tuttavia, Zuckerberg ha scelto di mantenere le sue reti sociali lontane dalla politica e, dopo le elezioni presidenziali, ha incontrato Trump a Mar-a-Lago. Per sottolineare la fine delle frizioni con il leader repubblicano, Zuckerberg ha diffuso un comunicato riguardante la loro cena e ha contribuito con un milione di dollari al fondo per le spese dell’insediamento della nuova presidenza Trump.

Subito dopo, Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, ha seguito l’esempio, manifestando la sua disponibilità a collaborare con la Casa Bianca per garantire agli Stati Uniti la leadership nell’intelligenza artificiale. Anche Altman ha donato un milione di dollari. Nonostante in passato avesse definito le politiche di Trump pericolose per l’America, Altman sembra aver messo da parte le differenze del passato.

Anche Jeff Bezos, fondatore di Amazon e a lungo avversario di Trump, ha deciso di aprire un dialogo con il presidente eletto. Dopo aver lanciato critiche pesanti contro il governo, sostenendo che un contratto del Pentagono venisse trasferito ad un’altra azienda per rappresaglia, ora Bezos cambia rotta. Già prima delle elezioni, aveva evitato che il Washington Post, di sua proprietà, sostenesse pubblicamente Harris. Recentemente, Bezos ha dichiarato di apprezzare l’impegno di Trump nella deregolamentazione e si è detto disponibile a offrire il suo aiuto, accompagnando le sue parole con una donazione milionaria.

L’interesse di Sundar Pichai e Marc Benioff verso Trump si inserisce in un contesto di lotta influenzato dalla figura di Elon Musk. Mentre aziende come Google, di cui Pichai è amministratore delegato, e Salesforce, rappresentata da Benioff, sono state nel mirino di Trump, il loro contemporaneo cambio di approccio sembra dettato dalla crescente influenza di Musk vicino al presidente. Musk, col suo impero spaziale SpaceX, ha acceso l’attenzione dell’amministrazione e delle agenzie governative come la Nasa e il Pentagono, attirando così l’attenzione dei principali giganti tecnologici.

L’ambivalenza e le nuove alleanze nella Silicon Valley possono essere viste come una risposta al successo di Musk, che, al contrario di Altman, ha mostrato ostilità nei confronti di ciò che reputa una commercializzazione abusiva di OpenAI. Altman, seppur deluso dall’atteggiamento di Musk, cerca comunque di mantenere aperte le possibilità di dialogo, sottolineando l’auspicio di non vedere l’industria tecnologica americana divisa da rivalità interne che potrebbero nuocere al suo sviluppo.

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