Pochi incarichi politici sono altrettanto complessi quanto dialogare con Donald Trump. Anche una semplice telefonata di mezz’ora può rivelarsi un’impresa ardua. Come molti leader internazionali, Keir Starmer è ancora in attesa del suo primo colloquio con il presidente statunitense recentemente rieletto. Nel frattempo, il primo ministro britannico non manca di sottolineare la sua cena di due ore con Trump avvenuta a settembre e due telefonate prima che questi assumesse il suo mandato.
Durante il primo mandato di Trump, le conversazioni telefoniche con il presidente erano al centro dell’attenzione a Downing Street, siano state esse con Theresa May, nota per la sua compostezza, o con il più estroverso Boris Johnson. Tali chiamate si svolgevano nello studio del primo ministro, mentre funzionari e assistenti speciali osservavano con attenzione dalla stanza sicura di No. 10 o dall’ufficio privato del primo ministro stesso.
Un ex funzionario di Downing Street ha descritto queste chiamate come esperienze “straordinarie” e ricche di momenti esilaranti, tanto che spesso tutti i presenti si trovavano con le lacrime agli occhi dal ridere. Tuttavia, l’agenda predefinita veniva spesso abbandonata, con Trump che portava la discussione su temi a lui cari come il golf, la Scozia e le pale eoliche. Un terzo ex funzionario ha ricordato come spesso le conversazioni andavano fuori tema, e si poteva finire per discutere questioni del tutto lontane dai punti inizialmente prefissati.
Keir Starmer, un serio ex procuratore, si trova ora davanti a una sfida significativa. Famoso per essere un osservante delle regole, Starmer deve riuscire a instaurare un rapporto con un presidente noto per essere apertamente transazionale. Starmer ha dichiarato di aver avuto un “incontro davvero positivo” con Trump a settembre, e sta cercando di portare la collaborazione a un livello superiore. Le speranze di Downing Street sono rivolte a una visita di Starmer e del Ministro degli Esteri David Lammy a Washington nei primi mesi del mandato di Trump.
Tuttavia, Starmer deve destreggiarsi tra vari leader internazionali, alcuni dei quali sono più allineati politicamente con Trump. Inoltre, le relazioni con l’amministrazione USA sono complicate dalle tensioni con esponenti del Partito Laburista accusati di supportare i Democratici statunitensi nelle elezioni del 2024. C’è poi la questione della personalità, poiché Boris Johnson, sebbene non apprezzasse particolarmente Trump, riuscì a costruire con lui un rapporto migliore rispetto a May, grazie forse a un atteggiamento di lusinga obsequiosa.
Starmer parte da una posizione sfavorevole anche a causa delle tensioni legate al nuovo ambasciatore britannico a D.C., Peter Mandelson, e delle critiche ricevute dall’alleato di Trump, Elon Musk. In passato, le divergenze legate alla Brexit avevano complicato i rapporti tra May e Trump. Anche Starmer, impegnato nel “reset” dei rapporti con l’Unione Europea, potrebbe affrontare una situazione simile.
Il nuovo governo britannico è consapevole delle sfide evidenti. La prima chiamata di Starmer a Trump, ora che è in carica, sarà di cruciale importanza. Trump probabilmente cercherà di testare Starmer per capire con chi ha a che fare. Tuttavia, esistono anche vie per guadagnare il favore del presidente, e il Labour ha studiato il modo in cui alcuni leader internazionali hanno avvicinato Trump con successo. Ad esempio, Shinzo Abe è riuscito a garantirsi un accordo commerciale, sfruttando abilmente le risorse del suo stato. Tuttavia, anche l’organizzazione della visita di Trump nel 2018 mostrò che l’interesse del presidente per ciò che il Regno Unito aveva da offrire era piuttosto limitato.
Starmer, definito “spietato” e più amichevole in privato, potrebbe teoricamente costruire una buona intesa con Trump. Tuttavia, resta il dubbio se un politico così rispettoso delle regole possa realmente adattarsi alla diplomazia informale e pragmatica del mondo di Trump. Tra i consigli per gestire questa complessa relazione c’è quello di prepararsi ad un dialogo diretto e onesto, cercando di evitare argomenti che possano far deragliare le conversazioni.