Le prime discussioni tra Keir Starmer e Donald Trump alla Casa Bianca sono state paragonate a un “primo appuntamento” da un funzionario britannico di alto rango. Il funzionario ha espresso la speranza che queste conversazioni possano eventualmente portare a un “matrimonio” politico, simboleggiando una forte relazione tra il Regno Unito e gli Stati Uniti.
Sebbene non sia ancora il momento per un impegno di quel calibro, l’incontro tra il primo ministro britannico e il presidente degli Stati Uniti ha suggerito un avvicinamento. Con ampi sorrisi e lussuosi interni dorati, e persino uno scambio amichevole tra i rispettivi collaboratori durante la conferenza stampa, l’atmosfera era di apparente distensione. Il vice presidente americano JD Vance, ad esempio, ha partecipato accanto al ministro degli Esteri britannico David Lammy. Trump ha fatto complimenti sull’accento di Starmer e ha accennato a un possibile “ottimo” accordo commerciale in futuro.
Starmer ha cercato di fare breccia nella comunicazione con Trump, sottolineando il carattere storico del suo secondo viaggio di stato nel Regno Unito. Anche il primo ministro, solitamente riservato, non ha potuto trattenere un sorriso quando Trump ha lodato la “bellissima” moglie di Starmer. Tuttavia, dietro il tono conciliatorio permanevano questioni irrisolte cruciali, come la richiesta britannica di garanzie di sicurezza concrete per l’Ucraina post-conflitto, nonché la questione della presenza di lavoratori statunitensi come parte di un accordo sulle materie prime.
Questi temi saranno nuovamente discussi quando Volodymyr Zelenskyy, presidente ucraino, visiterà la Casa Bianca per firmare un accordo, e ulteriormente affrontati durante un raduno di leader europei a Londra, organizzato da Starmer. L’accoglienza calorosa e amichevole di Trump non era scontata, data la sua propensione all’imprevedibilità e i dubbi dei suoi alleati, tra cui Elon Musk, sul centro-sinistra di Starmer. Nonostante tutto, il viaggio è stato considerato un successo dal punto di vista della comunicazione per il numero 10 di Downing Street.
Starmer e il suo team hanno mostrato soddisfazione durante il loro volo di ritorno, con l’apparentemente impassibile premier che ha persino sfoggiato un gesto di approvazione con il pollice. Alcuni funzionari governativi britannici, mantenendo l’anonimato poiché discutevano questioni sensibili, hanno descritto i lunghi mesi di preparazione che hanno preceduto l’incontro, mirati a garantire che Starmer non venisse visto come un altro potenziale insuccesso alla Casa Bianca.
Il processo di preparazione, in un certo senso, è iniziato circa un anno prima, con David Lammy ancora ministro degli Esteri ombra, che ha stabilito connessioni personali nel panorama politico statunitense, specialmente con i repubblicani. Ha individuato in JD Vance un possibile alleato di rilievo, similmente a come fece il compianto premier giapponese Shinzo Abe per tessere rapporti fruttuosi con Trump. Gran parte del lavoro preparatorio è stato condotto dall’ambasciata britannica a Washington, sotto la guida dell’ex ambasciatrice Karen Pierce. La sua successione è stata segnata da un cambio di personalità diplomatica, ma l’obiettivo di mantenere e rafforzare i rapporti politici e commerciali resta una priorità per entrambe le nazioni.