Larry Summers, ex segretario al Tesoro, aveva precedentemente avvertito i democratici, all’inizio dell’amministrazione Biden, dei rischi inflazionistici derivanti dai piani di spesa eccessivi del partito. Ora, mentre Donald Trump minaccia di introdurre pesanti dazi nei confronti dei più stretti partner commerciali degli Stati Uniti, Summers mette in guardia il nuovo presidente sul pericolo di cadere nella medesima trappola economica.

Summers ha evidenziato come un eccessivo ottimismo macroeconomico possa portare a politiche errate e a una perdita di credibilità. Questa amministrazione, secondo Summers, corre il rischio di provocare degli shock di offerta autoinflitti che potrebbero destabilizzare l’economia.

Gli esponenti politici vicini a Trump hanno minimizzato le preoccupazioni legate a possibili aumenti dei prezzi derivanti dai dazi, sostenendo che si tratterebbe di effetti limitati e temporanei. Tuttavia, le minacce di ulteriori tariffe su importazioni da Canada, Messico e Cina potrebbero mettere alla prova la tolleranza degli elettori verso un’altra potenziale ondata inflazionistica. Le cicatrici lasciate dall’inflazione durante l’era Biden sono ancora ben visibili, essendo state una delle ragioni principali per cui Trump ha ottenuto un secondo mandato. Inoltre, i costi post-pandemia sono stati persistenti anche oltre le elezioni di metà mandato del 2022, portando molti elettori ad allontanarsi dai democratici.

Summers avverte che gli errori inflazionistici di Trump potrebbero superare quelli dell’amministrazione Biden. Un accordo è stato raggiunto recentemente tra Messico e Stati Uniti, evitando un peggioramento della situazione. Il governo messicano, guidato dalla presidente Claudia Sheinbaum, ha accettato di rafforzare la sicurezza al confine, convincendo Trump a sospendere i dazi per un mese. Simile sospensione è stata applicata nei confronti del Canada per favorire negoziazioni su questioni di immigrazione e controllo delle droghe.

Consiglieri chiave di Trump, come il segretario al tesoro designato Scott Bessent e Stephen Miran, destinato a guidare il Consiglio dei consulenti economici, hanno espresso l’opinione che l’agenda commerciale di Trump potrebbe avere effetti limitati. Bessent ha sostenuto che i dazi rappresentano solo un “aggiustamento dei prezzi una tantum”, mentre Miran ha sottolineato che un regime commerciale più protezionistico potrebbe vedere un apprezzamento del dollaro, che potrebbe compensare l’aumento dei prezzi.

Tuttavia, Trump ha riconosciuto che le sue decisioni commerciali potrebbero comportare dei costi economici. Ha anche sottolineato che le imprese dovrebbero considerare di produrre negli Stati Uniti per evitare i dazi, ritenendo che il suo obiettivo finale giustificherebbe i sacrifici economici richiesti.

Il rischio principale è che il “dolore” economico potenziale, evocato da Trump, potrebbe rivelarsi superiore alle aspettative degli elettori. I dazi del 2018, meno invasivi rispetto a quelli attuali, avevano già pesato sui consumatori, e importanti associazioni di settore hanno espresso preoccupazioni circa eventuali aumenti dei costi di produzione per i loro membri. L’aumento dei prezzi alimentari ed energetici è una possibilità concreta, e potrebbe amplificarsi se altri paesi dovessero reagire con misure di ritorsione.

Trump si trova in una posizione difficile, avendo promesso in campagna elettorale di ridurre i costi. Secondo James Carville, stratega democratico, è essenziale che il partito democratico continui a sottolineare le possibili conseguenze inflazionistiche delle politiche di Trump. D’altronde, una delle principali promesse della campagna di Trump era quella di abbassare i prezzi, e ora i democratici hanno il compito di ricordarlo agli elettori.

Il partito democratico fatica, in questa fase iniziale dell’amministrazione Trump 2.0, a conquistare l’attenzione dell’opinione pubblica, sebbene la loro opposizione alle politiche del nuovo presidente stia crescendo. L’auspicio è che riescano a bilanciare e monitorare le misure dell’attuale amministrazione, per evitare che le lezioni del recente passato vadano dimenticate.

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