Un quarto del territorio europeo è attualmente minacciato dall’erosione idrica, un fenomeno che sta compromettendo la produttività agricola e la salute ambientale del continente. Questo è quanto emerge dal rapporto “State of Soils in Europe 2024”, frutto della collaborazione tra il Centro comune di ricerca (JRC) e l’Agenzia europea dell’ambiente (Aea). Il documento lancia un allarme chiaro e preoccupante: è urgente adottare misure concrete per preservare la qualità del suolo in Europa.

Ogni anno, secondo il rapporto, circa un miliardo di tonnellate di terreno europeo viene eroso, mettendo a repentaglio non solo la competitività agricola, ma anche la sicurezza alimentare, la biodiversità e la capacità di resilienza ai cambiamenti climatici. Il 24% dei suoli dell’Unione Europea è colpito da un’erosione idrica insostenibile, con proiezioni che indicano un possibile peggioramento del 13-25% entro il 2050 se non si interverrà tempestivamente. La situazione è particolarmente grave per i terreni agricoli, con il 32% di essi già reso improduttivo o fortemente compromesso dall’erosione.

Tuttavia, l’erosione non è l’unico problema che affligge il suolo europeo. Il rapporto segnala anche l’inquinamento crescente dei terreni, una questione che ha ricadute preoccupanti non solo sull’ambiente, ma anche sulla salute umana. In particolare, l’eccessivo accumulo di azoto nel suolo rappresenta una minaccia diretta per gli ecosistemi, le colture e il clima. Il surplus di azoto può avere effetti devastanti sulla qualità del terreno, compromettendo la sua capacità di sostenere la vita e contribuendo alla contaminazione delle risorse idriche.

Un altro elemento cruciale evidenziato dal rapporto riguarda la perdita di carbonio organico dal suolo, un fattore chiave per mantenere il terreno fertile e sano. Tra il 2009 e il 2018, si stima che siano andati persi circa 70 milioni di tonnellate di carbonio organico dai terreni minerali coltivati in tutta l’UE e nel Regno Unito. Questa perdita riduce la capacità del suolo di trattenere umidità e nutrienti, aumentando la vulnerabilità dei terreni agricoli ai cambiamenti climatici e agli eventi meteorologici estremi.

La situazione appare particolarmente preoccupante anche per quanto riguarda le torbiere, ecosistemi fondamentali per la regolazione del clima globale. Le torbiere, infatti, sono importanti riserve di carbonio, capaci di assorbire grandi quantità di gas serra dall’atmosfera. Tuttavia, quando queste aree vengono degradate, rilasciano nuovamente il carbonio immagazzinato, contribuendo così all’aumento delle emissioni di gas serra. Attualmente, il 50% delle torbiere dell’Unione Europea è gravemente compromesso, e il loro drenaggio è responsabile di circa il 5% delle emissioni totali di gas serra nell’UE.

Il rapporto sottolinea l’importanza della gestione sostenibile dei suoli per affrontare queste sfide. La Commissione Europea ha lanciato un avvertimento chiaro: se l’Europa vuole davvero perseguire una transizione verde, deve prima affrontare la questione del degrado del suolo. Tuttavia, molti Paesi membri mancano ancora di dati sufficienti per valutare in modo accurato lo stato di salute del loro suolo, in particolare riguardo all’inquinamento diffuso. Questo vuoto informativo rappresenta un ostacolo significativo alla pianificazione di interventi efficaci.

A tal proposito, la Commissione Europea ha recentemente proposto una legge sul monitoraggio del suolo, che mira a colmare queste lacune informative. L’iniziativa fa parte di un più ampio sforzo di ricerca e innovazione, sostenuto dalla missione “Horizon Europe: Un accordo sul suolo per l’Europa”, con l’obiettivo di proteggere e ripristinare la salute del suolo in tutto il continente.

La conservazione del suolo è una sfida di fondamentale importanza per il futuro dell’Europa. Senza interventi urgenti, il degrado del suolo potrebbe compromettere non solo la sicurezza alimentare, ma anche la capacità del continente di resistere ai cambiamenti climatici e di garantire un ambiente sano per le generazioni future.

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