In una recente predica tenuta da Behrouz Esbati, generale dei pasdaran, presso una moschea a Teheran, è stato affrontato il tema del declino del regime di Assad e delle conseguenze negative per la Repubblica islamica dell’Iran. Esbati ha riconosciuto le difficoltà di Teheran, colpite da una grave sconfitta diplomatica e strategica. Secondo il generale, il deterioramento delle relazioni con Damasco è imputabile al rifiuto del presidente siriano di unirsi alla campagna contro Israele dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. La leadership iraniana aveva proposto un piano per coinvolgere Israele lungo le zone di confine, ma la proposta non è stata accettata. Questa situazione riflette un crescente scetticismo tra i due alleati, accentuato da una serie di omicidi mirati israeliani che hanno colpito figure chiave dei pasdaran e Hezbollah. I sospetti iraniani si sono concentrati sulle “talpe siriane” che avrebbero facilitato tali azioni.

Il generale ha inoltre evidenziato come il potere siriano sia collassato a causa di corruzione e incapacità di implementare cambiamenti significativi. Nonostante i suggerimenti di Teheran per intraprendere riforme e evitare il collasso, Assad non ha intrapreso azioni concrete. Contestualmente, alcune monarchie sunnite del Golfo, tra cui gli Emirati, avevano proposto aiuti economici a Damasco a fronte di un allentamento delle relazioni con l’Iran, un’iniziativa che pare aver avuto l’appoggio di Asma, la moglie di Assad.

Nella sua critica, Esbati ha puntato il dito anche contro la Russia, accusando Mosca di non aver mai effettivamente contrastato i raid israeliani su obiettivi iraniani in Siria. L’accusa si basa sul fatto che i russi avrebbero disattivato i loro radar, permettendo incursioni dell’Idf. Nonostante l’apparente alleanza tra Mosca e Teheran a sostegno di Assad, ciascuno perseguiva i propri obiettivi, e le tensioni interne sono aumentate con l’offensiva dei ribelli. L’Iran aveva cercato l’assistenza russa per inviare rinforzi a Damasco, ma le richieste non sono state accolte. La Russia si è limitata ad azioni aeree poco incisive contro la guerriglia dilagante.

Esbati ha infine suggerito la possibilità di una risposta militare per affrontare il nuovo governo di Damasco, mediante la creazione di una resistenza armata. Questo scenario sta già prendendo forma con iniziative da parte di gruppi alawiti determinati a continuare la lotta. L’Iran dispone di agenti e sostenitori all’interno della Siria e potrebbe contare sul supporto delle milizie sciite irachene. Queste dinamiche potrebbero segnare un cambiamento significativo nella strategia iraniana nella regione.

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