La Casa Bianca ha confermato che Mike Waltz, il consigliere per la sicurezza nazionale dell’ex presidente Donald Trump, ha avuto un colloquio telefonico con il Cremlino per discutere la proposta di cessate il fuoco tra Russia e Ucraina, un accordo mediato con l’assistenza degli Stati Uniti. Questo dialogo si colloca nel contesto degli sforzi mirati a porre fine alle ostilità in corso. Al contempo, l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, si prepara a recarsi a Mosca, un passo che rafforza la volontà degli Stati Uniti di premere affinché la Russia aderisca al piano negoziato, come sottolineato dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.

Sul fronte ucraino, il presidente Volodymyr Zelensky ha manifestato scetticismo sulla reale intenzione della Russia di interrompere le operazioni belliche, criticando le azioni russe che, malgrado la discussione di una tregua, continuano a ricorrere ai droni per attaccare il suolo ucraino. L’atteggiamento di Mosca solleva preoccupazioni sulla sincerità dell’impegno russo verso un cessate il fuoco effettivo e duraturo.

D’altro canto, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha espresso dure critiche nei confronti dell’Unione Europea e della sua scelta di aumentare le spese militari, indirizzando attacchi verbali anche contro la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Lavrov ha sollevato interrogativi sulle motivazioni che risiedono dietro a tali spese, insinuando che queste possano servire a distrarre l’opinione pubblica dalle ingenti somme di denaro spese durante la crisi Covid e per l’assistenza all’Ucraina.

Nel frattempo, il presidente russo Vladimir Putin ha visitato le truppe stanziate nella regione di Kursk, presiedendo a una riunione presso un posto di comando, a riprova che la Russia mantiene ancora un vasto coinvolgimento militare sul campo.

Parallelamente, l’emissario di Trump, Steve Witkoff, si appresta a volare a Mosca con l’obiettivo di incoraggiare ulteriormente il Cremlino a considerare il piano di cessate il fuoco. Resta però chiaro che le condizioni poste dalla Russia per accettare ufficialmente una tregua includono l’esclusione dell’Ucraina dal contesto Nato.

A Londra, le tensioni diplomatiche si sono intensificate con la revoca di un accredito a un diplomatico russo in risposta all’espulsione di due diplomatici britannici da Mosca accusati di spionaggio, una ritorsione persa nell’ambito di una più ampia campagna di reciproche espulsioni fra le due nazioni.

Il presidente Donald Trump ha ribadito che l’applicazione di sanzioni finanziarie su Mosca potrebbe avere effetti devastanti. Per quanto riguarda possibili colloqui diretti con il presidente russo, Trump ha mantenuto una posizione riservata, evitando di rilasciare dichiarazioni specifiche in merito alle prospettive di fiducia nei confronti di Putin.

Da parte sua, l’Ucraina continua ad avanzare richieste per azioni più incisive da parte degli Stati Uniti, nel caso in cui la proposta di tregua non venga accettata da Mosca, sollecitando anche misure sanzionatorie e un rafforzamento della propria difesa.

L’attuale scenario internazionale vede il premier polacco Donald Tusk suggerire un coinvolgimento della Turchia nei negoziati di pace tra Kiev e Mosca, sottolineando l’importanza di una cooperazione difensiva più stretta tra Polonia e Turchia.

Infine, rimane forte l’appello dell’Occidente, rappresentato dal ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock, a mantenere l’unità e la forza, elementi fondamentali nel dialogo con il leader russo. In tale contesto, il G7 continua a svolgere un ruolo cruciale nel promuovere stabilità e sicurezza a livello internazionale.

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