A Bruxelles si discute la strategia che l’Unione Europea dovrebbe adottare in risposta alle azioni del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in quella che è diventata una vera e propria guerra dei dazi. Il Ministro degli Affari Esteri ed Europei del Belgio, Maxime Prévot, ha espresso la necessità di una reazione forte da parte del blocco europeo alle provocazioni americane, sottolineando che l’UE deve mostrare quanto il suo mercato di 450 milioni di abitanti meriti rispetto.

Prévot, appartenente al partito Gli Impegnati, ha recentemente ottenuto importanti successi nelle elezioni belghe ed è una figura di rilievo nel governo di Bart De Wever. Egli sostiene che l’Europa non debba scartare alcuna opzione nella sua riposta e considera il settore tecnologico americano un bersaglio possibile per future contromisure, dato che risulta particolarmente suscettibile alle tensioni commerciali.

Attualmente, le norme regolative dell’Unione Europea sul digitale sono al centro di questi conflitti, con Trump che minaccia ripercussioni contro l’applicazione delle regole UE. Una di queste riguarda la piattaforma social X, proprietà di Elon Musk, che ha già subito una sanzione preliminare per violazioni normative.

Un’opzione che Prévot propone di considerare è l’attivazione dello strumento anti-coercizione dell’UE, creato in precedenza per contrastare situazioni simili e che consente ritorsioni biose nei confronti di atteggiamenti discriminatori sul commercio, inclusi dazi e restrizioni sugli investimenti.

Nel panorama attuale emergono anche divisioni all’interno dell’UE su come trattare le minacce di dazi da parte degli Stati Uniti, con diversi paesi che spingono per diverse linee di azione. La Commissione Europea ha dovuto avviare consultazioni più ampie con gli stati membri prima di decidere su possibili misure contro gli USA.

Trump, nel suo approccio bilaterale alle relazioni internazionali, ha dialogato con leader come il presidente francese Emmanuel Macron e il Taoiseach irlandese Micheál Martin. Tuttavia, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, non ha ancora realizzato una visita ufficiale, rispecchiando forse un clima diplomatico non del tutto sereno.

Prévot nota che gli effetti della politica isolazionista degli Stati Uniti si fanno sentire anche in Belgio. Il governo belga sta spingendo per aumentare gli investimenti in difesa, un settore chiave nei rapporti transatlantici, considerando l’opzione di acquisire nuovi caccia per migliorare le proprie capacità militari. Tuttavia, esiste il timore che tale dipendenza da armi fabbricate negli Stati Uniti possa limitare la sovranità belga e europea in questo ambito.

In conclusione, l’Europa si trova a un bivio strategico, cercando di conciliare il principio di ‘Comprare Europeo’ con la realtà delle sue capacità industriali attuali. Sebbene vi sia un desiderio di promuovere un rafforzamento dell’industria della difesa europea, Prévot sottolinea che questo richiede investimenti consistenti sia in termini di tempo che di risorse economiche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *