Il recente ripristino dell’accesso a TikTok per gli utenti statunitensi è avvenuto a seguito di sviluppi politici significativi. Questo accade poche ore dopo che l’allora Presidente eletto Donald Trump ha messo in campo un ordine esecutivo volto a evitare un divieto federale per l’applicazione.

Un rappresentante di TikTok ha espresso gratitudine per l’intervento di Trump, affermando che ciò ha fornito una chiarezza fondamentale e ha rassicurato i fornitori di servizi sul fatto che non subiranno sanzioni per il loro supporto continuo all’applicazione. TikTok ha manifestato l’intenzione di collaborare con l’amministrazione Trump per trovare una soluzione duratura che garantisca la presenza dell’app negli Stati Uniti.

L’azione del Presidente ha intensificato la pressione sull’infrastruttura tecnologica complessiva che consente l’accesso a TikTok nel paese, coinvolgendo operatori di store di applicazioni e fornitori di servizi come Oracle, che ospita i server dell’app. A seguito del divieto, sia Apple che Google avevano rimosso TikTok dalle loro piattaforme di download.

Trump, utilizzando la piattaforma Truth Social, ha esortato le aziende a mantenere l’accessibilità dell’app per gli utenti, ribadendo che non ci sarebbe stata alcuna responsabilità per le compagnie che avessero contribuito ad evitare la chiusura dell’applicazione prima dell’emissione del suo ordine. Tuttavia, gli esperti legali avvertono che queste rassicurazioni verbali potrebbero non essere sufficienti per evitare sanzioni legali per le aziende coinvolte, qualora violassero la legge vigente.

Resta ancora in sospeso la questione di quali fornitori di servizi abbiano deciso di rischiare multe considerevoli al fine di mantenere l’accesso a TikTok, costi che potrebbero facilmente raggiungere l’ordine di miliardi di dollari. Al momento, l’app non è ancora disponibile per il download su dispositivi Android e Apple.

Esperti come Wayne Unger, professore di diritto, mettono in guardia contro l’assunto che sia possibile evitare legalmente sanzioni in caso di violazioni. Alan Rozenshtein, ex funzionario del Dipartimento di Giustizia e attuale docente, sostiene che le compagnie tecnologiche dovrebbero essere cauti nel fare affidamento sul potenziale ordine esecutivo di Trump, poiché non ci sono garanzie legali che possano esonerarle da futuri contenziosi.

Gus Hurwitz, accademico dell’Università di Pennsylvania, ha sottolineato il complesso dilemma politico e commerciale che le aziende devono affrontare. Menziona Oracle, che possiede forti legami con l’amministrazione Trump, come una delle società che potrebbero tentare di navigare tra le pastoie legali in modo strategico.

La Corte Suprema, recentemente, ha affrontato questi temi nel contesto di una contestazione legale da parte di TikTok, valutando se terze parti possano essere al riparo da azioni legali nel caso in cui il Presidente prometta la loro protezione, ma vengano comunque avanzate accuse. Questo difficile equilibrio legale e politico continua a evolversi mentre le parti coinvolte cercano soluzioni praticabili.

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