Le motovedette della Guardia costiera della Tunisia sono state protagoniste di un’operazione di recupero in mare, relativa al naufragio di un’imbarcazione carica di migranti subsahariani. L’evento tragico è avvenuto a circa 13 miglia nautiche dalla costa di Ellouza, situata nel governatorato di Sfax. Dall’imbarcazione, in partenza dalla costa di Chebba (Mahdia) intorno alle 23:00 di martedì sera, sono stati recuperati i corpi senza vita di 20 migranti.

La direzione della Guardia nazionale tunisina ha confermato il salvataggio di cinque sopravvissuti che si trovavano a bordo del medesimo natante. Le operazioni per rintracciare eventuali dispersi non si sono ancora concluse, lasciando aperta la possibilità che il bilancio delle vittime possa ulteriormente aumentare.

Durante la giornata di mercoledì, un aereo di Alarm Phone aveva già individuato un barcone in gravi difficoltà, con un significativo rischio di ribaltamento, trasportante circa un centinaio di persone. Non è tuttavia chiaro se l’imbarcazione avvistata e quella soccorsa coincidano.

Secondo i dati forniti dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), nel 2024 il numero di morti e dispersi nel tentativo di attraversare il Mediterraneo è salito a 1452, evidenziando ancora una volta l’estrema pericolosità delle rotte migratorie nel Mediterraneo centrale.

L’operazione della Guardia costiera tunisina mette in rilievo il continuo dramma delle migrazioni, lanciando un nuovo monito sulla necessità di soluzioni più efficaci per assistere coloro che rischiano la vita nella ricerca di un futuro migliore. La comunità internazionale è, una volta di più, chiamata a intervenire per evitare ulteriori tragedie in mare.

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