Lo schema di frode ai danni dell’Unione Europea, emerso in Grecia, ha tutti i connotati di un’operazione interna. L’indagine condotta dalla Procura europea (EPPO) riguarda numerosi casi in cui cittadini greci hanno ottenuto fondi europei per l’agricoltura, sin dal 2017, per terreni di pascolo che non possedevano o non avevano affittato, o per attività agricole mai realizzate. Questo ha permesso ai truffatori di appropriarsi di somme destinate agli agricoltori legittimi. Si sospetta che le autorità statali abbiano avuto un ruolo nel sistema, specialmente tra i dipendenti dell’OPEKEPE, l’agenzia responsabile della distribuzione dei fondi.

Nonostante i truffatori siano stati portati in giudizio, nessun rappresentante dell’agenzia è stato ancora incriminato. Anzi, ogni tentativo da parte dei funzionari di OPEKEPE per fermare la frode è stato ostacolato dai vertici politici, con l’intervento diretto del ministro dell’agricoltura del periodo. Gli importi sottratti potrebbero raggiungere i 45 milioni di euro all’anno, configurando uno dei maggiori casi di frode agricola negli ultimi anni.

Questo scandalo emerge in un momento critico, prima che l’Unione Europea inizi a discutere un nuovo bilancio a medio termine per il periodo 2028–2034. La vicenda mette ulteriormente sotto accusa la Politica Agricola Comune (PAC), parte rilevante del budget settennale dell’UE. Sin dalla sua istituzione più di 60 anni fa, i fondi della PAC sono stati principalmente assegnati sulla base della superficie terriera, un sistema evidentemente incline agli abusi, come dimostra il caso in Grecia. La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sollecita un uso più efficiente dei fondi, sebbene il responsabile dell’agricoltura dell’UE, Christophe Hansen, si opponga a cambiare l’attuale legame tra fondi e terreni, sostenuto da diversi Stati membri.

Il malcostume è stato inizialmente rilevato da Paraskevi Tycheropoulou, capo del Dipartimento di Audit Interno di OPEKEPE, che è stata successivamente osteggiata dai suoi superiori e privata dei mezzi per svolgere il suo lavoro. Nonostante ciò, è stata poi chiamata dall’EPPO per contribuire alle indagini con la sua esperienza. Tycheropoulou ha scoperto una rete ben organizzata che, tramite dichiarazioni false, ha sottratto fondi europei riservati, secondo il suo avvocato Antonis Vagianos.

Negli ultimi cinque anni, OPEKEPE ha visto avvicendarsi sei presidenti, e chiunque abbia tentato di risolvere il problema è stato rapidamente estromesso. Dal 2021, i pubblici ministeri europei indagano lo schema dei pascoli greci, con circa settanta casi sotto esame. Alcuni sono già giunti in tribunale con condanne a pene detentive, e ulteriori processi sono in programma.

Lo stratagemma fraudolento ha avuto origine a seguito di un allargamento della definizione di terreni da pascolo nella legislazione UE del 2017, per la quale la Grecia ha fatto pressione. Questo ha fornito nuovi spazi per compiere abusi, con la complicità di dipendenti di OPEKEPE e consulenti tecnici a loro associati, che hanno manipolato i dati del catasto estendendo le pratiche a livello nazionale.

Richiedenti fraudolenti dichiaravano di possedere terreni di cui non avevano proprietà legale, spesso in aree lontane dalla loro residenza. Le verifiche sui documenti erano notevolmente carenti o completamente assenti, come risulta dai documenti interni di OPEKEPE. Dalle testimonianze raccolte emerge che qualcuno all’interno dell’organizzazione correggeva i moduli per evitare duplicazioni, suggerendo un’operazione coordinata al suo interno.

Particolarmente compromettente è il fatto che gran parte delle frodi sia concentrata a Creta, che nel 2020 ha ottenuto due terzi delle sovvenzioni agricole totali destinate alla Grecia. In più di trenta casi, i truffatori hanno persino dichiarato di possedere terreni al di fuori della Grecia, a testimonianza dell’estensione del fenomeno.

Nel complesso, si evidenzia una combinazione di negligenza e complicità a vari livelli delle istituzioni coinvolte, aggravata dalla continuità del sistema di frode che è stato difficile spezzare. L’imminente conclusione dell’indagine dell’EPPO e le conseguenti decisioni giudiziarie saranno cruciali per riformare un sistema che ha dimostrato evidenti falle.

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