In una recente intervista rilasciata alla rivista Time, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso la sua opinione riguardo alla controversa questione della Crimea, sostenendo che tale regione, passata sotto il controllo russo nel 2014, rimarrà parte della Russia. Trump ha sottolineato che anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyy, è consapevole di questa realtà. Nelle parole del presidente degli Stati Uniti, è evidente come la Crimea sia stata storicamente legata alla Russia ben prima del suo mandato.

Trump ha accusato Zelenskyy di non riconoscere ufficialmente la Crimea come territorio russo, criticando la mancata resistenza ucraina nel 2014 e attribuendo la responsabilità della prosecuzione del conflitto al presidente ucraino. Nell’intervista, Trump ha affermato che la Crimea è stata “consegnata” alla Russia dall’amministrazione di Barack Obama e ha escluso che una simile situazione sarebbe accaduta sotto la sua presidenza. Ha infatti dichiarato che se fosse stato al comando nel 2014, l’annessione della Crimea da parte della Russia non sarebbe avvenuta, evidenziando che i russi avevano già una presenza militare significativa nella regione grazie ai sottomarini e che gran parte della popolazione locale parlava russo.

In passato, Trump aveva elogiato le azioni di Vladimir Putin in Ucraina, definendo il leader russo “intelligente” per come aveva condotto l’invasione. Le dichiarazioni del presidente americano, tuttavia, hanno suscitato critiche da parte della comunità tartara di Crimea, che considera la restituzione della Crimea all’Ucraina essenziale per il ritorno alla pace e il ripristino dell’integrità territoriale ucraina. La comunità tartara ha avvertito che ogni altra soluzione comporterebbe ulteriori violazioni dei diritti del loro popolo.

Nel frattempo, è emersa una proposta di cessate il fuoco presentata dal segretario di Stato degli Stati Uniti, Marco Rubio, che includerebbe il riconoscimento della Crimea come territorio russo come parte di un accordo di pace. Sebbene la proposta non sia stata ufficialmente confermata dagli Stati Uniti, Trump ha respinto le accuse di aver esercitato pressioni sul governo ucraino per ottenere concessioni territoriali. Ha anche dichiarato che non sarebbe stato richiesto a Zelenskyy di riconoscere la Crimea come russa.

Infine, Trump ha chiarito che la sua promessa elettorale di risolvere il conflitto ucraino in un solo giorno era da intendersi in chiave figurativa e scherzosa, e ha sottolineato di avere una scadenza per raggiungere un accordo di pace, sebbene non abbia fornito dettagli specifici su tale tempistica. Tuttavia, il presidente ha ribadito l’urgenza di concludere rapidamente il processo di pace, affermando che, una volta superata la scadenza, l’approccio degli Stati Uniti potrebbe cambiare significativamente.

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